Di Maio nell’agone: “Disponibile per palazzo Chigi”

Luigi Di Maio del M5S nel corso della presentazione alla Stampa Estera di Roma del 'Libro a 5 Stelle dei cittadini per l'Europa". ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Luigi Di Maio del M5S nel corso della presentazione alla Stampa Estera di Roma del ‘Libro a 5 Stelle dei cittadini per l’Europa”, 23 marzo 2017.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Il via libera alla trattativa con il Pd per tentare un accordo sulla legge elettorale: è questo il vero nuovo passo di Luigi Di Maio verso l’ufficializzazione della sua candidatura per palazzo Chigi. L’ok arriva nel giorno in cui il vicepresidente M5s della Camera, svanite le polemiche sul suo ‘tour’ di presentazione negli States, annuncia la sua candidatura per il governo del Paese: “ho sempre detto che se dovessero scegliere me come candidato sarei disponibile”.

Un’autocandidatura, mai negata ed anzi più volte confermata, che ormai ha il sapore di un conto alla rovescia verso una proclamazione in sostanziale assenza di competitor interni. Mai, come in questo momento, Luigi Di Maio sembra averla vinta sugli “avversari” interni ed anche sul suo compagno di cordata, Alessandro Di Battista, che qualcuno ha visto in passato come possibile alternativa alla premiership.

Anche Roberto Fico, esponente della corrente degli ‘ortodossi’, nonostante l’incarico temporaneo di maggiore visibilità come capogruppo alla Camera non sembra scalfire la marcia di Di Maio verso la candidatura. Intanto Fico ha messo la sua firma in difesa del collega Manlio Di Stefano, che in molti vedono come possibile candidato alla Farnesina, finito nel mirino per un post in cui criticava la decisione del governo italiano di votare contro una risoluzione Unesco che condanna Israele relativamente ai territori ritenuti dall’ONU Palestina occupata, divenuto terreno di sfogo di insulti antisemiti.

“Provano ad attaccare una singola persona per indebolire noi e il nostro programma” lo difende Fico. Difficile capire, tuttavia, se gli sforzi diplomatici mostrati dall’ala ortodossa arriveranno ad esprimere una candidatura in concorrenza a quella di Di Maio.

“C’è la massima disponibilità di tutti ad essere messi in lista se ci verrà chiesto” commenta un parlamentare di spicco. Ma la difficoltà di spendere nomi per una competizione che sembra già decisa resta. Non a caso lo stesso Di Maio lancia un appello a personalità esterne per comporre la squadra di governo: “Tutti quelli che si vogliono mettere in gioco ci diano una mano, si facciano avanti” dice.

Il tempo stringe: il programma M5s sarà pronto entro fine luglio. Poi, annuncia Di Maio “verso fine settembre individueremo il candidato Presidente del Consiglio, dopodiché passeremo ad individuare i Ministri che saranno presentati tutti prima delle elezioni politiche”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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