Berlusconi in prima linea sulla legge elettorale: “No a nuovo Nazareno”

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

ROMA. – Non ci sono le condizioni per un nuovo patto del Nazareno. In linea con quanto deciso con i suoi fedelissimi e cioè tornare a ‘marcare’ di nuovo il territorio dopo settimane di silenzio, Silvio Berlusconi sceglie il settimanale di famiglia, Panorama, per riprendersi la scena alla vigilia della partita sulla legge elettorale, mandando un segnale chiaro non solo al suo interno, ma anche agli alleati, Salvini in testa.

Ed è proprio sulla nuova legge che l’ex capo del governo ha deciso di giocare d’attacco mandando i suoi parlamentari, capitanati da Renato Brunetta, ad offrire la disponibilità di Forza Italia a sostenere una proposta di legge che estenda l’Italicum della Camera al Senato sulla base delle indicazioni della Consulta. Un mossa, spiegano dal palazzo Grazioli, che ha come obiettivo quello di dimostrare (al capo dello Stato in primis) che Forza Italia è assolutamente “responsabile” e pronta a lavorare seriamente per arrivare ad una nuova legge elettorale.

A giocare un ruolo deciso, raccontano in Fi, pare siano stati Niccolò Ghedini e Gianni Letta che avrebbero convinto l’ex capo del governo a sostenere l’ipotesi di estendere l’Italicum, chiudendo così la porta agli ambasciatori del Pd che proponevano un sistema tedesco corretto. Pare che l’idea di un modello che prevedesse 50-50 tra maggioritario e proporzionale sia stato bocciato anche dalla maggioranza dei gruppi parlamentari azzurri.

Conti alla mano infatti al Cavaliere avrebbero fatto capire che tra i due sistemi, l’Italicum corretto con capilista bloccati rappresenta il ‘male minore’ e soprattutto apre la possibilità concreta di larghe intese dopo il voto, consentendo a Forza Italia non solo di poter tornare centrale ma anche di evitare di dover rincorrere il duo ‘lepenista’ Salvini-Meloni. Un discorso che l’ex capo del governo ribadirà domani ai vertici del suo partito.

E ciò anche perchè la proposta avanzata da Forza Italia alla Camera ha avuto come effetto non solo quello di spiazzare i Dem ma soprattutto quello di spaccare il vertice azzurro, con Paolo Romani sulle barricate. Il capogruppo di Forza Italia al Senato che da sempre mantiene i rapporti con gli ambasciatori del Pd non solo non nasconde la sorpresa nel leggere le dichiarazioni dei colleghi a Montecitorio ma senza giri di parole “boccia” il cambio di linea che a suo dire non può essere deciso senza una riunione dello stato maggiore con il Cavaliere.

Romani ci tiene a ricordare che i punti definiti da Forza Italia erano ben altri e cioè “una legge proporzionale con premio alla coalizione e macro collegi divisi in micro collegi uninominali, quindi senza preferenze. Punti fermi – spiega – che che mal si adattano, anzi sono in perfetta antitesi, con l’estensione dell’Italicum come modificato dalla Consulta anche al Senato”.

Ancora più tranchant Giovanni Toti che boccia il ritorno al proporzionale e rilancia un centrodestra unito “che abbandoni i propri vessilli e corra con un nuovo simbolo”.

(di Yasmin Inangriay/ANSA)

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