22 maggio: Santa Rita, una celebrazione che sa di rinascita

Il corpo di santa Rita a Cascia nell'urna.
Il corpo di santa Rita a Cascia nell’urna.

CASCIA (PERUGIA). – La fede e la paura, ma anche i messaggi di speranza e incoraggiamento di papa Francesco e del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Quella di Santa Rita da Cascia, che si è celebrata oggi sotto un cielo terso e un caldo quasi estivo, non è stata una festa come tutte le altre. “Questa è una celebrazione che sa di rinascita” per dirla con le parole di padre Bernardino Pinciaroli, rettore della Basilica. Non come lo scorso anno ma di pellegrini ne sono giunti tanti anche in questa occasione e da varie parti d’Italia e del mondo.

I mesi segnati dal sisma hanno lasciato uno strascico profondo e non solo sulle mura della città ma l’affetto, il trasporto, la fede verso Rita è rimasto comunque immutato e le rose lanciate al passaggio della Santa non sono folclore, ma amore e devozione. Come quella che il Papa ha espresso attraverso una lettera fatta giungere alle suore del monastero e alla madre priora Maria Rosa Bernardinis.

“Non è facile che questo mondo comprenda la vostra speciale vocazione e la vostra missione nascosta, eppure ne ha immensamente bisogno. Come il marinaio in alto mare ha bisogno del faro che indichi la rotta, così il mondo ha bisogno di voi. Siate fari, per i vicini e soprattutto per i lontani. Siate fiaccole che accompagnano il cammino degli uomini e delle donne nella notte oscura del tempo”, ha scritto Papa Francesco.

Per Cascia e la sua gente, ma in generale per la Valnerina colpita dal terremoto, quella luce significa desiderio di tornare a vivere, che è stato sottolineato dalle parole di un’altra lettera, quella del premier Gentiloni. “La riapertura della Basilica di Santa Rita e la conclusione dei lavori di restauro al suo interno – ha affermato – sono forti segnali di rinascita che possono dare speranza a tutto il territorio che affronta con coraggio le sfide della ricostruzione”.

Speranza, rinascita, normalità si sono ritrovati un pò in tutti i discorsi, da quello della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini – “Santa Rita in questa occasione richiama mesi difficili e di sofferenza dovuti al sisma, ma anche di fiducia e speranza, un po’ come è stata la vita della Santa” -, all’omelia dal cardinale Giovanni Lajolo che ha celebrato la messa sul sagrato della “casa” di Santa Rita insieme a padre Bernardino e a monsignor Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia.

All’ombra della Basilica e lungo tutto il viale si sono ritrovati tanti fedeli. I loro accenti hanno indicato provenienze lontane, anche dall’Argentina. C’è chi è concentrato solo sulla Santa e invoca la sua grazia e chi invece è in coda per entrare nella Basilica.

Tra loro Margherita Bisogno, una signora di Salerno che cammina lentamente accanto ad Elvira. Le due donne il 30 ottobre scorso, il giorno del forte terremoto nel centro Italia, alloggiavano in un albergo del centro di Cascia. “Oggi siamo tornate per la festa di Santa Rita con fede e paura – hanno spiegato -, ma quella mattina non ce la dimenticheremo mai”.

(di Gianluigi Basilietti/ANSA)

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