Migranti: la scuola italiana maglia rosa per accoglienza

ROMA. – “Il nostro modello di scuola-comunità è un vero successo in termini di accoglienza e integrazione. E’ un’Italia che fa da apripista, che crea modelli di integrazione positivi e replicabili, e che a scuola riesce a fare vera inclusione”. Lo ha detto Pino Turi, segretario generale della Uil scuola, nel suo intervento in conclusione dei lavori di un convegno promosso dalla Uil Scuola su “Rifugiati e migranti: l’inclusione scolastica possibile”.

Il 26 e 27 maggio il nostro paese accoglierà, in Sicilia, a Taormina, il vertice del G7. In quell’occasione sarà presentata dall’Unicef ai capi di stato e di governo, una agenda di interventi, in sei punti, per proteggere in modo globale i bambini rifugiati e migranti.

“Tra questi punti – ha osservato Turi – ne vogliamo evidenziare tre: tenere unite le famiglie, dare loro riconoscimento di un status legale, consentire loro di studiare e dare accesso ai servizi sanitari. Abbiamo una legislazione molto avanzata in termini di diritti dei minori. L’Italia consente a tutti i minori, migranti e rifugiati, persino a quanti hanno genitori in clandestinità, di poter frequentare la scuola.

L’istruzione è un diritto garantito dalla nostra Costituzione. Un diritto che poi diventa reale ed esigibile grazie al sistema formativo italiano che con le proprie scuole statali rappresenta un sistema non solo di accoglienza, ma di vera e propria integrazione di una scuola comunità che mette in circolo gli anticorpi della tolleranza e della solidarietà che rappresentano l’elemento costitutivo di una scuola comunità che non si limita a dare ai profughi l’opportunità di studiare, ma anche quello di svolgere un’azione di integrazione generale”.

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