Ocse: agire con forza sui crediti deteriorati per una crescita sostenibile

ROMA. – Sofferenze bancarie sempre al centro del dibattito sulla crescita. Questa volta a sollecitare i Paesi a fare di più su questo nodo è l’Ocse. “Un’azione più forte per affrontare il problema delle sofferenze e la ricapitalizzazione delle banche sono prerequisiti per una crescita sostenibile”, afferma l’Ocse nel suo Business and Finance Outlook 2017, sottolineando che gli Usa hanno affrontato il problema con decisione ed ora il loro sistema bancario “è più sicuro e sta sostenendo la ripresa”.

L’Organizzazione parigina mette anche in guardia sui rischi che possono sorgere da regole finanziarie “incoerenti”, perché “regolamentazioni finanziarie incoerenti stanno trasferendo i rischi in nuovi settori”: l’Ocse spiega che “sono stati fatti grandi passi avanti sulle riforme normative nel settore bancario ma restano due anomalie che sono in contrasto con l’obiettivo di avere condizioni paritarie”.

E la prima anomalia riguarda proprio il ruolo delle istituti di credito. “Nell’Europa continentale le banche finanziano per gran parte l’economia, mentre nei paesi Anglosassoni lo fanno per lo più i mercati”, ciò “significa che un approccio univoco verso la regolamentazione non potrà andare bene per tutti”, sottolinea. Infatti la stessa regola potrebbe danneggiare le banche e quelle economie che dipendono soprattutto dal credito bancario rispetto ad economie dove i mercati svolgono un ruolo più ampio.

La seconda anomalia riguarda i criteri di Basilea 3 per la valutazione dei rischi, che “permettono alle banche di avere diversi livelli di indebitamento, pur avendo le stesse regole sul capitale, e diverse giurisdizioni”. Inoltre secondo l’Ocse, il processo di ri-regolamentazione, che ha coinvolto tutte le banche, “probabilmente non è riuscito a trovare un giusto equilibrio”. Infatti “le piccole banche locali avrebbero dovuto avere una regolamentazione diversa rispetto a quelle considerate sistemiche”, viene puntualizzato nel rapporto.

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