Gli studenti incontrano il ministro Villegas

CARACAS – Finalmente dopo oltre due mesi, è caduto un muro. E, ad abbaterlo, sono stati gli studenti, i giovani. Per la prima volta la protesta, da troppe settimane repressa con granate lacrimogene e mezzi blindati, è riuscita non solo a raggiungere l’obiettivo ma, soprattutto, a dimostrare che quando non c’è la “violenza di Stato”, tutto si svolge pacificamente.
Il corteo di studenti, che si era proposto come meta finale di raggiungere la sede della televisione di Stato “Venezolana de Televisiòn”, per reclamare una informazione onesta e veritiera, si è snodato lungo le strade della capitale pacificamente, con i suoi slogan, le sue bandiere e l’allegria propria dei giovani.
Alle porte del canale, il ministro della Comunicazione e presidente del canale dello Stato, Ernesto Villegas, ha ricevuto una delegazione di giovani.
Rafaela Requesens, presidente della Federazione dei Centri Universitari dell’Alma Mater ha sottolineato che l’unica forma per avere un incontro con il ministro è stata organizzare una manifestazione.
– Se per incontrare i rappresentanti del governo è necessario scendere in piazza – ha detto la giovane -. Lo faremo.
Dal canto suo, Santiago Acosta, presidente della Federazione degli Studenti dell’Università Cattolica Andrés Bello ha informato che il ministro e i rappresentanti delle Federazioni di Studenti Universitari filo-governative hanno invitato a un dibattito per discutere sulla crisi del Paese.
Daniel Ascanio, presidente della Federazione dei Centri Universitari dell’Università Simón Bolívar ha informato d’aver sostenuto un colloquio con Fabio Zavarce, generale della Guardia Nazionale, e di aver chiesto che si dica la verità sui responsabili delle morti degli studenti avvenute durante le manifestazioni.
– Che dicano la verità ai genitori di tutte le vittime – ha sottolineato -. Il loro dolore merita rispetto.
Il ministro Villegas, dal canto suo, ha sostenuto che “non si può permettere che scorra altro sangue” e sottolineato che “è possibile discutere e dibattere come persone civili, come adulti, senza violenza”. Il ministro segnalava anche di non essere d’accordo con l’impunità e di essere convinto della necessità che sia fatta giustizia.
La giornata di protesta, quindi, si è conclusa pacificamente così com’era iniziata.

Lascia un commento