Migranti, missione Sophia: 440 navi distrutte e 36mila salvati

Nave Mimbelli soccorre 775 migranti (tra cui 196 donne e 40 minori), 10 agosto 2015. Sono oltre 1.500 i migranti soccorsi oggi negli interventi coordinati dalla centrale operativa della Guardia Costiera.
Nave Mimbelli soccorre 775 migranti (tra cui 196 donne e 40 minori), 10 agosto 2015. Sono oltre 1.500 i migranti soccorsi oggi negli interventi coordinati dalla centrale operativa della Guardia Costiera.

ROMA. – Da due anni l’Unione Europea ha messo in mare la missione ‘Sophia’ con l’obiettivo primario di smantellare le organizzazioni dei trafficanti di uomini. Ma in questo periodo i migranti sbarcati in Italia sono costantemente aumentati (181mila nel 2016, già 61mila nel 2017 e l’Unhcr prevede saranno 200mila a fine anno). L’ammiraglio Enrico Credendino, comandante di Eunavformed, difende tuttavia i risultati di ‘Sophia’: 36mila persone soccorse, 440 imbarcazioni neutralizzate, 109 sospetti scafisti consegnati ai magistrati italiani, 130 ufficiali libici addestrati.

Certo, il contrasto sarebbe più efficace se la Libia fosse stabilizzata e la missione potesse passare alla Fase 3, che prevede l’ingresso nelle acque territoriali del Paese africano. Ma, ha spiegato Credendino nel corso di un forum, “per arrivarci serve l’invito del Governo libico ed una nuova risoluzione Onu: ora i tempi non sono maturi”.

Si può tuttavia fare di più, ha ammesso l’ammiraglio, soprattutto sul fronte del coordinamento tra i tanti soggetti che operano nelle acque del Mediterraneo centrale: oltre a ‘Sophia’, le navi delle missioni italiane, i mercantili, le ong, la Marina e la guardia costiera ‘ufficiali’ libiche, le imbarcazioni delle varie milizie che imperversano nel Paese.

La missione europea (budget di 18,5 milioni di euro in due anni, con 5 navi, 2 elicotteri e 5 aerei) scade il 27 luglio, ma per il comandante sarà certamente prorogata fino al 31 dicembre 2018. Negoziati sono in corso tra i 25 Paesi contribuenti ed è probabile qualche cambiamento nel mandato. Punto chiave è la Libia, territorio senza controllo.

“Addestreremo – ha riferito – le forze di sicurezza locali in modo da metterle in grado di combattere le attività illecite e salvare vite: l’obiettivo è formare un migliaio di unità entro i prossimi 12 mesi”. Altro problema è quello dei gommoni usati dagli scafisti: “moltissimi sono cinesi comprati lecitamente su internet; servirebbe un bando per vietarne l’acquisto”.

Credendino ha poi avanzato due proposte: la “trasformazione del traffico di migranti in crimine contro l’umanità. Oggi è un crimine transnazionale che può essere contrastato solo dal Paese sul quale produce i suoi effetti, per esempio l’Italia. Se invece diventa un crimine contro l’umanità ciò impegna tutta la comunità internazionale”.

E, ha aggiunto, “l’istituzione di un Osservatorio europeo sugli scafisti, in modo da creare un data-base con tutti i nomi coinvolti nel traffico”. L’ammiraglio ha affrontato anche il dibattito sulle ong. “Le loro navi – ha riconosciuto – non hanno mai intralciato le operazioni di ‘Sophia’. Le organizzazioni fanno un’azione meritoria, salvano vite ed ormai realizzano il 40% dei soccorsi, ma c’è bisogno di coordinarsi nel modo migliore per contrastare al meglio i trafficanti e salvare quindi altre vite”.

“Coerenza e trasparenza” da parte delle ong è stata chiesta anche dal sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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