Migranti: duemila morti nel 2017. Diritto d’asilo, parla la Corte Ue

(ANSA/AP Photo/Petros Giannakouris)
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BRUXELLES. – Non si arresta la strage di migranti nel Mediterraneo: sono quasi 2.000 da inizio anno, secondo le stime dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni, mentre continuano gli arrivi via mare in Europa: sono 81.292 le persone sbarcate sulle coste europee, l’85% di queste, in Italia. E col sopraggiungere dell’estate i numeri degli arrivi “potrebbero salire” avverte il commissario Ue alla Migrazione, Dimitris Avramopoulos, che tenta di rassicurare ribadendo che l’Europa “è meglio preparata” rispetto al passato.

All’Austria, che vorrebbe ‘chiudere’ la rotta del Mediterraneo centrale, così come avvenuto con quella dei Balcani occidentali, Avramopoulos risponde che l’esperienza non è ripetibile, perché le situazioni “non hanno analogie”. Ma il commissario sollecita ad andare avanti con le politiche messe in campo in questi mesi, dai rimpatri ai ricollocamenti, al rafforzamento delle frontiere esterne, in un mix equilibrato di responsabilità e solidarietà.

Occorre insistere sulla dimensione esterna, affrontando le cause alla radice delle migrazioni dall’Africa, destinando più risorse agli investimenti. Servono maggiori sforzi finanziari dagli Stati – insiste l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini – per migliorare le condizioni dei migranti nei campi in Libia, per far funzionare i programmi di ritorno assistito gestiti dall’Oim, e per proseguire col programma di formazione della Guardia Costiera libica.

Tutte questioni, assieme alla riforma del regolamento di Dublino ancora arenata e alle resistenze sui ricollocamenti, che torneranno al vertice dei leader Ue di giovedì e venerdì, perché come si legge nella bozza di conclusioni, la rotta migratoria del Mediterraneo centrale è una “sfida strutturale”, che desta “seria preoccupazione”.

Proprio per fare pressing sui governi dei Paesi Ue affinché “decidano presto e bene” i loro interventi, il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani ha organizzato per domani una ‘mega-conferenza’ a cui è prevista la partecipazione del premier libico Fayez Al Sarraj e di numerosi esponenti dell’esecutivo Ue, dal presidente Jean-Claude Juncker a Mogherini.

Intanto anche alla Corte Ue si esaminano casi che riguardano l’asilo. Un parere dell’avvocato generale (non vincolante) ha riconosciuto che un richiedente asilo arrivato in un Paese, che presenta la sua domanda in un altro Stato dell’Ue può impugnare la decisione di quest’ultimo di trasferirlo nel Paese di primo ingresso, se la richiesta non è presentata entro i tre mesi previsti dal regolamento.

L’8 giugno, il parere di un altro avvocato aveva scardinato la regola del Paese primo ingresso competente per l’asilo, in presenza di circostanze eccezionali, come la crisi migratoria sulla rotta dei Balcani occidentali. Pareri che se fossero recepiti nella sentenza della Corte Ue, potrebbero fare la differenza.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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