Nuova vita per dieci fari in Sardegna: hotel, bar e musei

Faro di Capo Comino
Faro di Capo Comino. (ANSA)

CAGLIARI. – Dopo settant’anni di incuria e la dismissione a favore della Regione Sardegna, dieci fari e stazioni semaforiche costiere, nove regionali e una ancora in capo allo Stato, rinasceranno a nuova vita. Il modello è quello già sperimentato per il faro di Capo Spartivento, a Domus de Maria, già trasformato in un hotel di lusso. Ora almeno altri cinque saranno messi a bando entro l’anno e potranno seguire la stessa sorte, gli altri, invece, per ragioni di spazi ridotti, sono destinati a diventare bar, osservatori naturalistici, punti di informazione turistica, musei.

Il programma di valorizzazione integrato riguarda il vecchio faro di Razzoli, il faro di Punta Filetto nell’isola di Santa Maria, l’ex stazione di vedetta di Marginetto nell’arcipelago di La Maddalena, l’ex faro di Capo d’Orso a Palau, l’ex stazione segnali di Capo Sperone a Sant’Antioco, l’ex stazione semaforica di Arzachena, l’ex stazione di vedetta di Capo Figari a Golfo Aranci – da cui Guglielmo Marconi inviò il primo segnale radio – l’ex stazione di Punta Falcone a Santa Teresa di Gallura, l’ex stazione semaforica di Punta Scorno e il faro di Capo Comuni a Siniscola, noto per essere stato una delle location del cult cinematografico “Travolti da un’insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” firmato da Lina Wertmuller.

La Regione e l’Agenzia del Demanio sigleranno l’intesa, quest’ultima avrà il compito di stimare il valore del bene, i costi per la ristrutturazione – che saranno a carico dei privati – e i canoni di concessione o locazione, al massimo 50 anni.

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