Urne vicine, corsa contro il tempo per le leggi sui diritti e legalità

Tabellone elettronico della Camera dei Deputati con il risultato del voto. ANSA/ GIUSEPPE LAMI
Tabellone elettronico della Camera dei Deputati con il risultato del voto. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Problema: riusciranno deputati e senatori ad approvare entro la fine della legislatura le leggi su ius soli, testamento biologico, codice antimafia e femminicidio? La soluzione non è facile da trovare: sulla carta ce la possono fare, ma sarà una difficile corsa contro il tempo, resa ancora più complicata dai malumori nella maggioranza. Per rendersene conto basta dare un’occhiata al calendario dei prossimi mesi.

Le elezioni, lo ha previsto Mattarella, molto probabilmente si svolgeranno all’inizio della primavera del prossimo anno. Fossero ai primi di aprile, le Camere dovrebbero essere sciolte per la metà di febbraio (tra i 70 e i 45 giorni prima del voto, dice la Costituzione). Sulla carta, dunque, i parlamentari hanno davanti a loro otto mesi di lavoro.

Si dirà che è un periodo sufficiente per approvare il poker delle leggi su legalità e diritti e molte altre ancora. Ma quegli otto mesi sono solo virtuali. Cominciamo col togliere le vacanze estive e quelle di Natale, ed ecco che arriviamo a cinque mesi reali, pari a 60 giorni di lavoro effettivo (deputati e senatori sono in aula tre giorni a settimana).

Togliamo ancora i 15 giorni in cui l’attività parlamentare è monopolizzata dall’esame della legge di bilancio (una regola ferrea prevede che in quel periodo non possa essere esaminata nessuna altra legge che comporti anche un solo euro di spesa) e si arriva a 45 giorni netti.

Un periodo un po’ stretto, ma forse ancora sufficiente per portare a casa lo ius soli e le sue leggi sorelle. Se non fosse che in quei 45 giorni bisognerà anche provare ad approvare una nuova legge elettorale, che molto probabilmente finirebbe per “mangiarsi” una bella fetta di tempo, nonché l’inevitabile serie di decreti che il governo presenterà alle Camere da qui a febbraio.

Stringi stringi, il tempo da dedicare a Ius soli, testamento biologico e codice antimafia rischia di ridursi a un pugno di giorni: realisticamente non molto di più di una ventina. Non molti per discutere e approvare leggi che per di più sono gravate dall’handicap delle divisioni politiche: lo Ius soli fa storcere il naso agli alfaniani, contrari anche all’eutanasia che intravedono dietro la legge sul testamento biologico, mentre il codice antimafia e la legge sugli orfani da femminicidio non convincono il centrodestra.

E si sa: divisioni, in politica, vuol dire melina e allungamento dei tempi. Il rischio è reale: il fischio finale potrebbe arrivare prima che tutte e quattro le leggi arrivino a meta.

(di Marco Dell’Omo/ANSA)

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