Riparte l’export (+6%), boom degli investimenti esteri

Container pronti per l'imbarco e l'esportazione.
Export: volumi a 540 miliardi nel 2021.
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Export Italia

MILANO. – Dopo la frenata alla crescita registrata lo scorso anno, il 2017 mostra segnali molto confortanti per l’export italiano. Nei primi 4 mesi le esportazioni sono infatti cresciute del 6,6%: le previsioni per l’intero anno sono di un aumento tra il 3 e il 4%, quindi c’è la possibilità concreta di superare le stime. “Sono dati estremamente positivi: anche se a fine anno la perfomance sarà più normale, sarebbe una crescita molto importante”, commenta il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda.

“Internazionalizzazione, innovazione, investimenti e riforme si confermano la strada per la crescita. Questo circolo virtuoso, che coinvolge ancora una parte troppo limitata del Paese, deve diventare invece la missione condivisa dell’Italia, trovando articolazione in progetti operativi e di lungo periodo come il piano straordinario per il Made in Italy Industria 4.0 e la StrategiaEnergetica Nazionale” ha sottolineato Calenda.

Il Rapporto Ice 2016-2017 ha certificato come nel 2016 le esportazioni siano aumentate dell’1,2%, evidenziando quindi un leggero rallentamento della spinta rispetto ai due anni precedenti. L’Italia ha comunque guadagnato una posizione nella classifica degli esportatori mondiali, raggiungendo il 9/o posto con 462 miliardi di dollari e il 6/o posto assoluto per saldo commerciale, positivo per 57 miliardi di dollari.

Nel periodo 2013-16 l’export italiano è tornato a crescere in molti mercati dell’Unione europea – dove aveva in precedenza perso terreno – con le performance migliori in Irlanda, Belgio, Spagna e Finlandia, e in America settentrionale, dove l’incremento di quota più rilevante ha interessato gli Stati Uniti. Bene anche i mercati di molti Paesi dell’Asia centro-orientale (Kazakistan e Uzbekistan), ma anche Giappone e Hong Kong.

L’Italia perde invece terreno in Svizzera e Romania, in Russia e in molti mercati africani, compresi quelli della fascia mediterranea, e in Brasile.

Ancora forti i prodotti farmaceutici (+6,8%), le auto (+4,1%) e gli alimentari (+3,6%). Notevole il trend degli investimenti diretti esteri verso la penisola: l’anno scorso sono cresciuti a un totale di 29 miliardi di dollari, con un aumento del 50% rispetto al 2015 e con l’Italia che sale nella classifica mondiale dal 15/o al 13/o posto.

“Molto bene anche qui: l’Italia apre la porta, vuole investimenti esteri – aggiunge Calenda – mentre il dato sul numero delle imprese esportatrici è insufficiente, con l’attività di vendita all’estero che è ancora confinata a una porzione troppo piccola del Paese”. Il riferimento è al fatto che nel 2016 le aziende esportatrici sono state 215.700, in aumento di 10mla unità rispetto al 2010, ma a un tasso di crescita su base annua molto lento: lo 0,3%.

(di Alfonso Neri/ANSA)

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