In Italia record di Neet mentre l’occupazione Ue è ai massimi

BRUXELLES. – È dal dicembre 2008 che in Europa non si vedeva un tasso di occupazione così alto: 234,2 milioni di persone hanno un lavoro, pari a quasi il 72% della popolazione. Al di là delle fredde statistiche, però, esiste un problema che riguarda i giovani, sempre più in difficoltà nell’approcciarsi al mercato del lavoro. Il dato è evidenziato dall’indagine 2017 sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicata dalla Commissione Ue.

Cenerentola d’Europa è, ancora una volta, l’Italia, che detiene il poco invidiabile record di Paese con il maggior numero di giovani fra i 15 e i 24 anni che non hanno lavoro e nemmeno lo cercano (i cosiddetti NEET). La media Ue è dell’11,5%, ma nel nostro Paese si arriva al 19,9%. Negativo è anche il trend del numero di persone che in Italia vivono in condizioni di povertà estrema (11,9%) è aumentato fra 2015 e 2016, unico caso in Ue con Estonia e Romania.

Il report della Commissione evidenzia non solo le difficoltà che i giovani incontrano nell’affacciarsi al mondo del lavoro, ma anche tutte le conseguenze che questo comporta. Nel 2016, la disoccupazione fra i 15 e i 24 anni è stata al 37,8%, in calo rispetto al 40,3% del 2015, ma comunque la terza in Europa dopo Grecia (47,3%) e Spagna (44,4%).

Chi riesce a trovare un lavoro, invece, in più del 15% dei casi ha contratti precari (fra i 25 e i 39 anni, dati 2014), e se non ha ancora 30 anni guadagna meno del 60% di un lavoratore over 60. Ne consegue che i giovani italiani escono dal nido familiare fra i 31 e i 32 anni, più tardi rispetto a una decina di anni fa e molto dopo la media Ue di 26 anni.

“A crescere è quasi esclusivamente l’occupazione per i lavoratori più anziani, un andamento da attribuire all’innalzamento dell’età pensionabile e che dimostra, come sosteniamo da tempo, la necessità di un intervento sulle pensioni per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro”, commenta la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti.

“Il governo ha fatto poco o nulla per i nostri giovani e l’inerzia è sotto gli occhi di tutti”, attaccano i portavoce del MoVimento 5 Stelle al Senato, che definiscono “un completo fallimento” il programma Garanzia giovani “spacciato come un successo” dal ministro Poletti. Notizie poco lusinghiere arrivano anche dall’Ocse, che ha messo l’Italia agli ultimi posti nella classifica sul mercato del lavoro.

Secondo i dati che mettono a confronto i Paesi dell’organizzazione, solo il 57,7% degli italiani in età lavorativa aveva un’occupazione nel primo trimestre del 2017. Peggio fanno solo Grecia (52,7%) e Turchia (50,9%).

(di Matteo Miglietta/ANSA)

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Nel Belpaese manca un vero e proprio patto tra generazioni; il Governo e gli enti di previdenza sociale troppo spesso corrono su strade parallele, che non convergeranno mai; non c’è solo un problema di invecchiamento naturale e di viver sano che va comunque tutelato; il problema vero è che molte aziende troppo spesso continuano ad avvalersi anche della collaborazione oltre pensione di figure senior che vengono ben pagate e che purtroppo incidono non poco sui bilanci delle stesse; per non parlare degli enti locali che talvolta stipulano convenzioni con persone over 65 già impiegate presso gli stessi enti; se poi ci aggiungiamo anche le figure over 65/70 che operano anche all’interno delle sezioni territoriali sindacali, credo che sia davvero raggiunto il paradosso del welfare. Allora la colpa non è sempre dei giovani, ma anche di coloro che come padri di famiglia continuano nonostante una pensione medio alta a non capire cosa significhi non avere un lavoro e vivere in uno stato quasi depressivo e di profondo disagio sociale. Il Governo deve mettere urgentemente mano a queste situazioni di privilegio per evitare che quelle poche migliaia di giovani ancora speranzosi non vadano a finire all’estero; rischiamo il futuro del Belpaese!

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