Coree: Seul a sorpresa propone a Nord colloqui militari

PECHINO. – La Corea del Sud ha annunciato a sorpresa un’ampia controffensiva diplomatica proponendo al Nord colloqui militari per allentare le “criticità” lungo il 38/mo parallelo e di riaprire il capitolo sulle riunioni tra famiglie separate dalla fine della Guerra di Corea del 1950-53. La doppia azione, voluta dal presidente Moon Jae-in promotore dell’approccio più dialogante e fermo verso Pyongyang, potrebbe essere il segnale che dopo l’ultimo lancio del missile balistico intercontinentale, malgrado tutto, i tempi dell’escalation siano maturi per consentire di ritornare a parlarsi.

Il viceministro della Difesa Suh Choo-suk ha indicato in una conferenza stampa la data di venerdì 21 luglio e il villaggio di Panmunjeom, nella parte nordcorena, come “occasione” per far partire il confronto. “Ci aspettiamo che il Nord accetti”, ha rilevato Suh, per il quale occorre risolvere “tutti gli atti di ostilità” sul confine che taglia in due la penisola riducendo, col riavvio dei canali di comunicazione, i rischi di incidenti.

Il ministro dell’Unificazione Cho Myong-gyon ha sollecitato l’adesione di Pyongyang: “Se Sud e Nord si siedono di fronte, faccia a faccia, possono discutere temi di comune interesse” e Seul non ha velleità “ostili”. Il governo sudcoreano vuole il riavvio del tavolo negoziale sulle riunioni delle famiglia separate dopo l’armistizio del 1953, dando il via al ciclo di incontri dagli ultimi di ottobre 2015. In questo caso, i contatti sono della Croce Rossa di Seul che ha ipotizzato un primo “approccio” ad agosto al Palazzo della Pace, nella parte di Panmunjeom della Corea del Sud.

La Cina, storico alleato del Nord, darà “il suo supporto” per superare lo stallo e aiutare il ritorno delle Coree al dialogo, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang, sui “positivi messaggi” rilevati. “Pensiamo – ha aggiunto parlando nella conferenza stampa quotidiana – che mutue relazioni siano nell’interesse delle parti e della situazione della penisola”.

L’offerta di Seul è maturata malgrado le diplomazie, sotto la spinta Usa, siano al lavoro su nuove sanzioni nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Sabato il Nord ha criticato la disponibilità ribadita di recente da Moon a colloqui diretti con il leader Kim Jong-un “in ogni momento e luogo se si definiscono le condizioni giuste” per allentare la tensione e il confronto sulla penisola.

Il Rodong Sinmun, organo del Partito dei Lavoratori, l’ha infatti descritta come “sofismi che pongono ostacoli piuttosto che migliorare i rapporti Nord-Sud”. Il governo sudcoreno “non è seriamente orientato ai colloqui intercoreani come ribadito dal fatto che dietro le quinte Seul sta spingendo per il varo di sanzioni più dure contro Pyongyang”. Unica nota positiva il richiamo di Moon alle dichiarazioni congiunte di 2000 e 2007, le due iniziative intercoreane della “sunshine policy”. Se è un’apertura, lo si vedrà a breve.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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