Cina: crescita grazie a qualità, servizi e tecnologia

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ROMA. – La Cina della grande trasformazione economica è sempre più attenta a qualità, consumi, servizi e tecnologia. Nel futuro, il Paese sarà sempre di più uno scenario di grandi opportunità per gli investimenti, per la crescita dei rapporti con l’Europa e con l’Italia. Questi i temi principali affrontati nel corso della presentazione alla Farnesina a Roma del rapporto “Cina 2017: scenari e prospettive per le imprese”, realizzato dal Centro studi per l’impresa fondazione Italia Cina Cesif.

“In Cina è in atto un cambiamento epocale” ha sottolineato durante l’evento in collegamento video l’ambasciatore italiano a Pechino Ettore Francesco Sequi. “Essere efficienti in Cina si sintetizza in 5 C”: concretezza, continuità, comunicazione, creatività “con la quale affrontare problemi complessi”, e “la credibilità, alla quale aggiungerei anche una sesta, la coesione”.

Nel 2016 “le nostre esportazioni sono cresciute più del 6% mentre le importazioni sono diminuite del 3,12%”, ha sottolineato Ivan Scalfarotto, sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico in collegamento video, insieme alla “diminuzione dell’8,8% del nostro disavanzo commerciale”. Sono “dati incoraggianti”, ha aggiunto.

Durante l’evento è stato approfondito come la Cina stia cambiando, passando da manifattura di massa a specializzazione e tecnologia, e di come si stia aprendo di più al mondo, grazie anche al “Made in China 2025”, programma di industria tecnologica 4.0 del Paese asiatico, e la “Belt and Road Initiative”, la nuova “via della seta” per promuovere le relazioni globali della Cina per attrarre investimenti esteri.

“L’anno scorso il contributo dei consumatori alla crescita economica cinese è stato del 64,6%, mentre il valore dei servizi è salito al 51,6%”, ha spiegato l’ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu. “Il nostro Paese ha ridotto la produzione di ferro e acciaio per oltre 65 milioni di tonnellate e di carbone per 290 milioni di tonnellate, investendo al contempo a nuovi modelli produttivi” come e-commerce e mobilità sostenibile.

“Nella prima metà del 2017 la Cina è cresciuta del 6,9%” e “nei prossimi 5 anni saranno importati in Cina 8 trilioni di dollari di prodotti e gli investimenti verso l’estero arriveranno a 750 miliardi dollari”, ha aggiunto Ruiyu. Il turismo cinese “è in crescita ed entro il 2030 si prevedono 500 milioni di turisti cinesi nel mondo”, ha sottolineato Francesco Palumbo, direttore della Direzione generale del turismo del ministero dei Beni culturali. L’Italia deve “fare leva sull’offerta di un’esperienza di visita in Italia e di nuove destinazioni”.

Il rapporto Cina 2017 di Cesif, pubblicato a maggio, sottolinea che la Cina “va verso il ‘new normal’: maggiore dipendenza dai consumi interni, servizi e qualità”, ha sottolineato Filippo Fasulo, coordinatore scientifico di Cesif. Nel 2016 “la qualità dei consumi e dei servizi è esplosa”, ma “va ancora ridotta la capacità produttiva e degli investimenti a debito”, ha aggiunto Fasulo.

“Se dipendesse solo dall’export, il Pil cinese sarebbe negativo”, ha spiegato Alberto Rossi, responsabile marketing e analista Cesif. La crescita cinese dipende molto da consumi interni “che stanno aumentando” soprattutto nel settore digitale. L’Italia è “il terzo Paese per attrazione di investimenti cinesi in Europa”. Per il futuro, è “fondamentale puntare sempre più su formazione e informazione”.

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