Il ministro Costa si è dimesso. Fi-Lega-Fdi isolano Alfano

Ministro Costa
Governo: il ministro Costa si dimesso. ANSA / ANNAMARIA LOCONSOLE
Ministro Costa
Governo: il ministro Costa si dimesso. ANSA / ANNAMARIA LOCONSOLE

ROMA. – Spariglia le carte, e le alleanze, l’addio di Enrico Costa al governo. Seppur attesa, l’uscita dell’ormai ex ministro centrista è destinata a provocare scosse di assestamento in entrambi gli schieramenti: con il centrosinistra che si trova a dover aggiornare il suo pallottoliere parlamentare (non si escludono altri esodi dal partito di Alfano) e a rifare i conti in vista del varo di importanti provvedimenti a cominciare dalla manovra d’autunno e dalla legge sullo Ius soli; e con il centrodestra che comincia sì a raccogliere i frutti della sua campagna acquisti avviata con il ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi, ma che deve anche far digerire alcuni “rospi” agli alleati.

Silvio Berlusconi è pronto ad accogliere a braccia aperte i pentiti del “tradimento”, a cominciare da Enrico Costa che intende collaborare alla costruzione di “ponte liberale”. Diffidenza e irritazione si coglie, invece, dal fronte degli alleati che hanno alzato un muro invalicabile contro il ministro degli Esteri. Alfano? “Non lo vorrei nel centrodestra nemmeno dipinto”, ha detto chiaro e tondo Giorgia Meloni facendo eco a quanto affermato dallo stesso Matteo Salvini.

E sì, perchè il dibattito sul “controesodo” da Ap (e non solo) si è riaperto dopo che domenica scorsa Costa ha messo nero su bianco il suo plauso nei confronti del programma moderato e liberale di Berlusconi dicendosi pronto a collaborare per costruire quel “ponte”. Un segnale di smottamento nel partito di Alfano dove si è aperto un doppio fronte, quello degli indignati come Sergio Pizzolante e quello dei realisti come Maurizio Lupi che ha chiarito come Alternativa popolare non sia un alleato di governo ma abbia semplicemente collaborato con esso in una fase emergenziale e che in occasione del voto tornerà nel suo alveo naturale di forza alternativa al centrosinistra.

In mezzo resta Angelino Alfano al quale non sfuggono i tormenti di Ap, e il rischio che vuole esorcizzare è quello di restare generale di una truppa in fuga. Il gelido congedo verso Costa svela un certo nervosismo: “inevitabili e tardive” le sue dimissioni”, ha attaccato Alfano che ha chiuso con una stilettata: “…ma noi andiamo avanti per la nostra strada senza metterci in fila da nessuna parte”.

Di certo stando agli altolà che salgono da Forza Italia, il leader centrista non sentirà certo bussare alla sua porta dal Cav. Non a caso lo stesso Berlusconi ha tenuto a smentire retroscena di quotidiani (vicini al centrodestra) che parlavano di contatti tra i due e di “quid” ritrovati. Ma poi è stato soprattutto Renato Brunetta a sbarrare il passo ad Alfano: Costa sia il benvenuto ma porta chiusa per “quelli come Alfano, non c’è spazio per chi ha guidato e governato una scissione e per chi ha consentito l’estromissione sanguinosa di Berlusconi dal Parlamento”.

(di Giuliana Palieri/ANSA)

Lascia un commento