Pensioni, allarme della Ragioneria: a rischio effetti legge Fornero

Pensioni
Pensioni
Pensioni, allarme della Ragioneria: a rischio effetti legge Fornero

ROMA. – Il peso del capitolo pensioni sul Pil è destinato a salire a partire dal 2019, disegnando una nuova gobba che toccherà l’apice tra circa venti anni, così mettendo a rischio gli effetti attesi dalla riforma Fornero in termini di risparmi. A lanciare l’allarme è la Ragioneria generale dello Stato nell’ultimo rapporto sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario. Un quadro aggiornato alle nuove stime di Istat e Eurostat, previsioni, soprattutto quelle europee, che, rispetto alle indicazioni precedenti risultano “fortemente penalizzanti per il nostro paese”.

Il dito è puntato sulla crescita economica, vista in “contrazione”, seppure in un arco temporale molto esteso, che arriva fino al 2070. La causa sarebbe “una minore dinamica occupazionale” che “a sua volta dipende da una riduzione del flusso netto di immigrati”. Un affresco che dovrà essere tenuto in conto nei tavoli sulla cosiddetta ‘fase due’.

Il prossimo incontro tra governo e sindacati è fissato per giovedì 27 luglio. “Faremo un punto, una sintesi sul lavoro che abbiamo fatto, che è stato positivo, e poi fisseremo il prosieguo”, spiega il ministro Giuliano Poletti.

Intanto si parte da una novità, il picco degli esborsi per le pensioni non è dietro di noi ma davanti: una lenta risalita, quella disegnata nei grafici riportati dalla Ragioneria, che proseguirà fino al 2040-2045, quando, stando ai nuovi dati dell’Istat, il rapporto con il Pil salirà al 16,3% (con un ritocco all’insù di 0,8 punti). Ancora più in là vanno gli scenari prospettati a livello Ue, con la spesa che supererebbe il 18% del Pil.

Andamenti rivisti non perché la spesa pensionistica sia in rialzo di per sé, in valori assoluti. Anzi si va anche abbassando, con una flessione dei rapporti di sostituzione (la quota di stipendio che si traduce in assegno). Se davvero le previsioni si concretizzassero saremmo davanti, segnala la Ragioneria, a “un peggioramento che, in termini di sostenibilità delle finanze pubbliche, vanificherebbe buona parte degli effetti del processo di riforma pensionistica”.

Il problema, tiene a precisare la stessa Rgs, non sono le regole della legge Fornero, che tra i pilastri ha l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, per la quale i sindacati chiedono il congelamento con una richiesta che però sembra avere margini limitati.

Il nodo sta nel rapporto con la crescita, viziato alla base da dinamiche demografiche, che inevitabilmente si riflettono su tutto. Il dossier, firmato Rgs, evidenzia come l’Istat abbia tagliato il tasso di fecondità, parlando di una “sensibile riduzione”.

Ma ancora più decisa è stata la correzione sull’arrivo di stranieri in Italia: guardando ai prossimi venti anni emerge un “ridimensionamento del fenomeno”: le stime sono state abbassate del 33%, con gli ingressi che in media non superano le 155mila unità l’anno. Ecco che la popolazione sarà sempre più vecchia, con meno persone ‘attive’.

(di Marianna Berti/ANSA)

Lascia un commento