E’ legge il decreto banche venete. Bagarre M5S a Senato

Un momento della porotesta del M5s in aula alla Camera durante l'esame del disegno di legge per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Roma, 11 luglio 2017. ANSA/ ANGELO CARCONI
Un momento della porotesta del M5s in aula alla Camera durante l’esame del disegno di legge per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Roma, 11 luglio 2017. ANSA/ ANGELO CARCONI

ROMA. – Con il via libera definitivo del Senato è legge il decreto con cui il governo completa il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il sì di Palazzo Madama al decreto, sul quale l’esecutivo pone la fiducia, arriva con 148 voti favorevoli – 91 i no, nessun astenuto – e con una coda di polemiche tra M5S e Pd. I pentastellati, infatti, al momento delle dichiarazioni di voto finale lanciano centinaia di banconote false da 500 euro in Aula urlando contro il Pd. La bagarre, tuttavia, non ostacola il passaggio della legge. “Il provvedimento tutela risparmiatori, lavoro imprese. Un salvataggio difficile e necessario finalmente in porto”, esulta il premier Paolo Gentiloni.

Ben diversa la posizione del M5S che, sul decreto, da settimane si gioca una piccola fetta di campagna elettorale in un territorio come il Veneto dove Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono piuttosto deboli. E, da mesi, i vertici M5S puntano nel Nord-Est a quell’elettorato fatto proprio di quei piccoli imprenditori sui quali il decreto interviene. Per il Movimento, tuttavia, il provvedimento – attacca il blog – “truffa i risparmiatori: in 210mila hanno perso in tutto o in parte i soldi messi da parte, un intero territorio produttivo è a rischio disgregazione”.

Ancor più duro è l’attacco dei senatori in Aula. “Questo decreto segna il punto più basso di questa legislatura. Vi siete presi tutto, prendetevi anche questi”, afferma il senatore Enrico Cappelletti prima di lanciare, assieme ai colleghi, mucchi di banconote false. “Ladri, vergogna!”, urlano i pentastellati verso i banchi del Pd. E tra i più agguerriti c’è Barbara Lezzi. “Stai zitta! Ora ridi ma ti dovresti vergognare di quello che stai facendo…”, grida la senatrice rivolgendosi a Laura Puppato. Poco prima, è sempre Lezzi in Aula chiedere che la Procura indagasse sui legami tra Pd e Banca Intesa. “C’è un accordo pregresso, il Pd ha ceduto la sovranità parlamentare ad Intesa”, attacca.

E durissima è la risposta dei Dem. “Quereliamo Lezzi per le gravi e offensive accuse, fatte a uso e consumo dei social media”, affermano i senatori Giorgio Santini e Laura Puppato. La fiducia incassa invece il sì compatto della maggioranza (Pd, AP, Mdp, Autonomie), nella quale, tra l’altro, in pochi disertano il voto mentre nel fronte dei contrari numerosi sono assenti (21 solo in FI). Fattore, questo, che consente di abbassare il quorum per la maggioranza a 120.

Banca Intesa, così, potrà procedere all’acquisizione alla cifra di 1 euro dei due istituti, ripuliti dal governo da rischi legali, crediti deteriorati e accompagnate, e da attività fiscali per 1,9 miliardi. Per il M5S, invece, il decreto diventerà certamente una delle bandiere contro cui scagliarsi già nel corso del tour in Sicilia per partirà il 5 agosto. Mentre sul dl vaccini il Movimento non si esporrà a azioni eclatanti, evitando il rischio di essere uniformati alle posizioni dei No Vax.

(Di Michele Esposito/ANSA)

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