La Chiesa contro la Costituente: “Basta con la violenza”

CITTA’ DEL VATICANO  – La Chiesa unita contro la violenza che oggi caratterizza la quotidianitá in Venezuela ma anche contro un’Assemblea Nazionale Costituente che, stando agli esperti in materia, non è che un escamotage per dotare il governo di poteri illimitati; gli stessi con i quali governò il presidente Hugo Chávez Frías fino alla sua morte.

– Vorrei unirmi alle voci, alle intenzioni e alle posizioni che hanno preso i vescovi venezuelani, che sono molto uniti sia tra loro come Conferenza episcopale sia ai Gesuiti del Venezuela che ad altri religiosi e religiose del Paese: hanno avuto posizioni comuni molto coraggiose in questo periodo e hanno ribadito che la priorità è la sofferenza della gente – Sono le parole di Padre Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, che è intervenuto su Radio Vaticana per esprimere le proprie riflessioni  e perplessità sull’elezione dell’Assemblea costituente in Venezuela questa domenica.

Nato a Caracas, per anni responsabili del “Centro Gumilla”, padre Sosa è sempre stato su posizioni progressiste, scomode, critiche contro gli eccessi del potere; posizioni che riflettono la sua profonda preparazione intellettuale. Ed oggi appoggia i vescovi venezolani che hanno ribadito con forza la loro opposizione alla Costituente fortemente voluta dal presidente della Repubblica, Maduro.

– La gente in questo momento – ha sottolineato Padre Sosa – soffre perché mancano le condizioni di base per vivere, perché non ha cibo né sicurezza nella propria vita; non ha medicine né una scuola di qualità che funzioni; non trova quello che fa parte di una vita ordinaria. Bisogna condividere il dolore della gente – ha aggiunto – come un modo per fare della politica un vero strumento al servizio della soluzione dei problemi delle popolazione, e non una lotta per il potere o per i privilegi che il potere può dare a questo o a un altro gruppo. Per questo – ha proseguito -, è necessario portare avanti un vero dialogo: un dialogo che riconosca in primo luogo la sofferenza della gente e anche le diverse posizioni in questa situazione di crisi; è necessario che si possa arrivare, mediante un negoziato onesto e sincero, a un programma di unità nazionale che permetta di dare la priorità alla risoluzione dei problemi a causa dei quali milioni di venezuelani soffrono oggi. Basta violenza: dobbiamo essere persone capaci di parlare e di arrivare a degli accordi per il beneficio di tutti

Le preoccupazioni del “Papa nero” coincidono con quelle della Conferenza Episcopale Venezuelana che osserva con timore come la violenza oggi abbia rotto ogni argine.

“La violenza – è l’appello della presidenza del Conferenza Episcopale dopo lo sciopero di 48 ore che ha portato a 106 le vittime della brutale repressione di Stato –  non può mai essere il modo di risolvere i conflitti sociali che si aggravano giorno dopo giorno nella nostra società venezuelana. L’eccessiva repressione con il suo bilancio di feriti, morti e detenuti produce maggiore violenza”.

In una una nota, i vescovi ribadiscono il loro rifiuto dell’Assemblea Nazionale Costituente. Questa è “inutile, sconveniente e dannosa per il popolo venezuelano” perché, spiega la Cev, “non è stata convocata dal popolo e rappresenterà solo i partiti ufficiali”.

“Sarà – insistono i vescovi – uno strumento fazioso e di parte che non risolverà ma peggiorerà gravi problemi come l’alto costo della vita, la scarsità di cibo e farmaci e la profonda crisi politica che stiamo vivendo”.

I rappresentanti della Chiesa, poi, scrivono:

“Viviamo ore difficile piene di incertezze e contraddizioni  ciò che in altre latitudini è espressione normale di cittadinanza, da noi si trasforma in scontri di crescente intensità con poliziotti e gruppi civili armati dal governo” che si oppongono al “popolo che esprime malcontento e rifiuto dell’Assemblea costituente”.

Non è mancato un appello all’istituzione armata. I vescovi hanno ricordato alle Forze Armate che il loro primo dovere “è nei confronti del popolo ed è chiamata costituzionalmente a difendere la vita di tutti i cittadini, senza distinzione di classe né di parte”.

L’invito della Conferenza Episcolpale Venezuelana, a conclusione della nota,  è  a “non uccidere” e a “coltivare la vita”.

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