Hanke: “Inflazione in Venezuela: 1.728,11 per cento”

CARACAS – Sará forse una esagerazione ma, stando alla particolare equazione usata dal professore Steve Hanke, della John Hopkins University, l’inflazione in Venezuela, dopo sei mesi di scalata ininterrotta dei prezzi, si calcola attorno al 1.728,11 per cento. Sarebbe questo il livello piú alto dopo l’809,12 per cento del 2015. Quindi, il Paese, sempre secondo il professore Steve Hanke, sarebbe entrato nella spirale dell’iper-inflazione.

Nato nello Stato di Georgia (Usa)  nel 1942, il professore Hanke é assai noto per le sue ricerche svolte in economie in via di sviluppo come Argentina, Estonia, Bulgaria, Ecuador e per essere stato uno degli assessor economici del presidente Ronald Reagan e membro del “Council of Economic Adviser” dal 1981 al 1982.

Hanke, esperto nell’analisi di economía con inflazione assai elevata, sostiene che “l’economia venezuelana é a punto di implosione e la moneta sull’orlo del collasso”. Suggerisce, quindi, che si proceda alla “dollarizzazione” dell’economia per superare la crisi.

Senza informazioni ufficiali sull’evoluzione dei prezzi dei prodotti nel mercato, Hancke, nel suo analisi, prende come riferimento principale il prezzo della valuta nordamericana nel “mercato nero” e le sue ripercussioni nel potere d’aquisto. Vale a dire, una relazione tra il potere d’acquisto del bolívar e quello della la valuta del paese con cui si ha il maggior interscambio commerciale.

L’incertezza dei mercati per il “dopo-insediamento” della Costituente, negli ultimi giorni, ha provocato un incremento accelerato del costo della valuta americana nel “mercato nero” che non rispecchia la realtá del Paese ma che comunque incide sui prezzi dei prodotti e ha un suo effetto psicologico sui consumatori.

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