Onu, missione navale italiana in Libia è la strada giusta

Missione italiana in Libia
Missione italiana in Libia

ROMA. – L’Onu ‘benedice’ la missione navale di supporto alla Guardia costiera libica, “è la strada giusta”, mentre Roma chiede alle Nazioni Unite di dare “una spinta decisiva” per assumere “la leadership”, perché in Libia autorità più forti renderanno “più efficace” il contrasto al traffico di esseri umani. L’occasione per ribadire e rilanciare l’iniziativa italiana è arrivata con la visita in Italia, la prima in Europa, dell’inviato speciale Onu, Ghassan Salame’.

“L’Italia è al lavoro da tempo per la stabilizzazione della Libia. Mi auguro che le Nazioni unite diano a questo processo una spinta decisiva”, ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Salamè, nel corso di un incontro a Palazzo Chigi. “Autorità libiche più forti – ha evidenziato Gentiloni – renderanno più efficace l’impegno comune contro i trafficanti di esseri umani”.

L’instabilità politica della Libia, ha sottolineato dal canto suo il ministro Angelino Alfano alla Farnesina, “non è una partita di Serie B, è una priorità assoluta: serve una reductio ad unum dei formati negoziali in Libia, l’Onu deve prendere la leadership. Fino ad oggi ci sono stati troppi negoziati, troppi negoziatori e zero risultati finali. Ora serve cambiare passo”.

L’inviato speciale delle Nazioni Unite, ringraziando “di cuore” l’Italia per il sostegno e il supporto alla missione Onu in Libia (Unsmil), ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche interne libiche: “So che ci sono state discussioni in Libia, ma credo che la cooperazione e la trasparenza tra Italia e Libia siano il modo più costruttivo” per ottenere risultati.

“Siamo sulla strada giusta in questo settore per trattare una sfida che ci coinvolge tutti quanti”, ha detto Salame’ rispondendo a una domanda sulla missione navale italiana di supporto alla Guardia costiera libica sul fronte della crisi migranti. “Non mi vedrete solo a Tripoli o Badia come è stato in passato – ha poi aggiunto Salame’ con tono critico -. Spero mi possiate vedere anche anche a Bengasi e Misurata: dobbiamo parlare con tutti i libici, voglio recarmi in tutto il Paese prima di presentare le mie idee all’Assemblea generale Onu a settembre”.

E il dialogo inclusivo include il generale Khalifa Haftar: “L’ho incontrato a Parigi. Ha un impatto su una parte della Libia e seguaci nel popolo libico. Sarebbe poco realistico ignorare questa forza nel Paese per un inviato dell’Onu”. Ma per arrivare a soluzioni concrete, serve una voce comune.

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti e Salame’ hanno concordato sulla “necessità che i paesi europei parlino con una sola voce per dare un effettivo apporto alla risoluzione della crisi libica, costruendo al contempo un dialogo che includa anche tutte le rappresentanze sociali del paese”.

L’incontro con il rappresentante dell’Onu, si sottolinea alla Difesa, “è di grande rilevanza”. L’ Italia, si legge in un comunicato, “ha ribadito la disponibilità e il forte impegno a partecipare da protagonista, insieme agli altri paesi europei, alla soluzione della situazione libica favorendo anche il raggiungimento della piena capacità ed autonomia delle forze di sicurezza locali”.

(di Claudio Accogli/ANSA)

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