Card. Parolin: “Vado in Russia per promuovere la pace”

Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato in Vaticano.
Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato in Vaticano.
Card. Pietro Parolin

CITTA’ DEL VATICANO. – Un viaggio “nel contesto di forti tensioni internazionali per promuovere la pace”. Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, descrive in un’intervista a Famiglia Cristiana il viaggio che farà in Russia dal 20 al 24 agosto prossimi, nel quale incontrerà il presidente Vladimir Putin e il patriarca ortodosso Kirill.

“Il mio viaggio – spiega – si svolge nel contesto di forti tensioni internazionali, per cui un tema importante sarà la promozione della pace. E’ una questione prioritaria da sollevare non soltanto negli incontri con le più alte autorità civili, ma anche nei colloqui con i vertici della Chiesa ortodossa russa, perché ritengo che il ruolo delle comunità dei credenti sia di grande rilievo sotto questo punto di vista”.

Il card. Parolin sottolinea che “la visita sarà pure occasione propizia per manifestare in modo visibile la vicinanza del Papa alla comunità cattolica, insieme con i suoi vescovi, agli incontri con la quale è riservata una parte dell’agenda”.

Il segretario di Stato vaticano ha già incontrato Putin, con un colloquio durante la prima delle due visite del presidente russo a papa Francesco in Vaticano, il 25 novembre del 2013 (l’altra c’è stata il 10 giugno 2015). Col patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, invece, ha fatto storia l’incontro con papa Francesco all’Avana del 12 febbraio 2016.

E oltre al lungo processo di disgelo tra la Santa Sede e il Patriarcato di Mosca (sullo sfondo della visita di Parolin resta anche la possibilità di nuovi passi che aprano a un futuro viaggio del Pontefice in Russia), non è un mistero come il Vaticano abbia lungamente guardato al presidente Putin come a un possibile stabilizzatore della situazione in Medio Oriente, nell’ottica della pacificazione della Siria e della lotta al sempre minaccioso Stato Islamico.

Un capitolo scottante, però, resta quello dell’Ucraina, che anche a detta del Patriarcato moscovita, sarà uno dei punti in agenda nella visita di Parolin. “Il problema ucraino è ancora all’ordine del giorno e rimane problematico nei rapporti tra le due Chiese a causa delle occasionali attività distruttive dei cattolici greci in Ucraina e ha anche una dimensione umanitaria”, ha spiegato all’agenzia Interfax lo ieromonaco Stefan (Igumnov), segretario per le Relazioni intercristiane del Dipartimento sinodale per le Relazioni esterne della Chiesa ortodossa.

“La Chiesa ortodossa russa valuta la posizione del Vaticano su tale questione, che preclude l’uso della Santa Sede per speculazioni finalizzate a accrescere ulteriormente la crisi ucraina e spostare il conflitto del Paese in un dominio puramente religioso” ha detto.

A proposito proprio di Ucraina e di Siria, a Famiglia Cristiana Parolin dice di ritenere che “la soluzione di queste crisi dipenda in gran parte dall’attenzione che i leader politici prestano alle condizioni delle popolazioni coinvolte. C’è da rilevare, inoltre – aggiunge -, che tali crisi provocano il deterioramento dell’insieme delle relazioni, oltre che a livello locale, anche in quello internazionale”.

Secondo il capo della diplomazia vaticana, “di fronte a tali situazioni è necessario cominciare a porre, con immensa pazienza e magnanimità, gesti che contribuiscano a far uscire dalla spirale delle accuse reciproche e dei contrasti e arrestare l’escalation della tensione”.

“Penso che la Chiesa – conclude Parolin – non debba stancarsi di affermare che dovere dei responsabili della cosa pubblica è quello di operare scelte ispirate a un bene più globale, capace di superare la stretta logica degli interessi e dei vantaggi immediati di una determinata nazione”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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