Gli Usa contro l’estrema destra: giù statue, stop raduni

Dimostranti investiti. (Ryan M. Kelly/The Daily Progress via AP)
Dimostranti investiti. (Ryan M. Kelly/The Daily Progress via AP)

NEW YORK. – Giù le statue simbolo dell’odio, bando ai raduni dell’ultradestra. Da Baltimora a Durham in North Carolina, da Boston e San Francisco all’università della Florida, città e atenei Usa dicono basta dopo le violenze di Charlottesville che hanno evocato un passato oscuro che sembrava sepolto da decenni.

Per evitare scontri come quelli che nel fine settimana hanno insanguinato la Virginia, nottetempo la città di Baltimora ha rimosso quattro statue di “eroi” sudisti della guerra civile: una di queste del generale Robert Lee, il cui trasferimento in un luogo meno prominente di Charlottesville aveva scatenato l’ira della alt-right. Altri monumenti, dei 718 ancora in piedi negli Usa, dovrebbero essere portati via a breve a Lexington, Kentucky.

Con buona pace del presidente Donald Trump che aveva fatto del sarcasmo (“Aveva schiavi: il prossimo a cadere sarà George Washington”), a Durham ci hanno pensato militanti di sinistra ad abbattere la statua di un confederato: tre sono stati arrestati.

Manifestanti dell’ultradestra americana. (ANSA/AP Photo/Steve Helber)

Intanto il sindaco di Boston, dove sabato in pieno centro è in programma un raduno di nazionalisti bianchi, ha intimato all’alt-right di stare alla larga. Idem a San Francisco: il suo collega Ed Lee sta cercando di sfrattare i militanti di un’organizzazione, ‘Patriot Prayer’, intenzionata a occupare il 26 agosto un parco sotto il Golden Gate.

Porte sbarrate all’estrema destra anche all’Università della Florida. Intanto a Filadelfia il sindaco Jim Kenney ha istruito la pratica per far sparire la statua del predecessore Frank Rizzo, ex capo della polizia degli anni Settanta: regnò sulla città in un’era in cui le brutalità delle forze dell’ordine erano la norma.

(di Alessandra Baldini/ANSA)