Usa: sito neo-nazi sfrattato dal web, una Ong lo difende

Daily Stormer
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ROMA. – La libertà di espressione online vale per tutti, anche per i neonazisti, secondo il gruppo internazionale no-profit per la difesa dei diritti digitali, la Electronic Frontier Foundation (Eff), che questa volta si schiera in difesa dei “cattivi”. La Ong critica alcune internet company – compreso il colosso Google – per aver “sfrattato” dal web il sito dei suprematisti bianchi ‘Daily Stormer’, tra gli organizzatori della manifestazione neonazista.

La Eff condanna senza alcun dubbio i fatti di Charlottesville e appoggia la presa di posizione “contro l’odiosa violenza che sembra crescere in tutto il Paese”. Tuttavia, sottolinea, “dobbiamo riconoscere che su internet qualsiasi procedura ora usata per silenziare i neonazisti sarà presto usata contro altri, comprese le persone di cui condividiamo le opinioni”.

A causare l’allontanamento dal web del dailystormer.com, oltre all’aver contribuito alla manifestazione, è un articolo in cui il sito, che conta 3 milioni di visitatori mensili, ha offeso Heather Heyer, la giovane donna investita e uccisa dall’auto di un neonazista, definendola “una vecchia puttana trentaduenne grassa e senza figli”.

In seguito all’articolo una serie di internet company – tra cui l’host GoDaddy, Google, Tucows e Cloudflare – hanno ‘bannato’ il sito, costretto a traslocare in Russia e a ribattezzarsi dailystormer.ru. Le autorità russe hanno però fatto chiudere il portale, che ora è accessibile solo sul dark web ai pochi che sono in grado di navigare nelle ‘acque scure’ della rete. “Siamo convinti che l’azione di GoDaddy, Google e Cloudflare sia pericolosa” per la libertà di parola, ribadisce la Eff.

Un plauso all’iniziativa “proattiva” delle compagnie arriva invece da Domenico Laforenza, direttore dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr e responsabile del registro dei domini internet italiani “.it”. “Potevano e dovevano farlo”, dice Laforenza all’ANSA, anche se – osserva – è praticamente impossibile impedire a un sito di trovare spazio sul web.

“Da tempo si parla di regole internazionali per internet, ma ad oggi non ce ne sono”, spiega Laforenza. Un sito come il Daily Stormer, quindi, ha modo di traslocare in Paesi con regole interne più blande. In Russia gli è andata male, ma altrove potrebbe non avere problemi. E alle perse c’è sempre il dark web, dove si gode di libertà e anonimato ma a scapito della visibilità. “Il pubblico del dark web è molto sofisticato e ristretto – rileva l’esperto – e i contenuti non vengono indicizzati dai motori di ricerca”: un doppio limite per chi propugna un’idea politica e vuol fare proseliti.

(di Laura Giannoni/ANSA)

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