Polemiche sugli stupri, delegato “Noi con Salvini” espulso

Polemiche su stupri
Polemiche su stupri

ROMA. – Tra violenza sessuale e polemica sui migranti, esplode in rete lo scontro politico, in un misto di attacchi vili, dichiarazioni deliranti e inevitabile batti e ribatti sul web. Qualche giorno dopo i gravissimi stupri di Rimini, due post su Facebook, uno di un esponente leghista, l’altro di un giovane mediatore culturale riminese, scuotono la giornata. E ancora una volta viene coinvolta la Presidente della Camera, Laura Boldrini, da anni vittima di continui e violentissimi attacchi di odio sui social. Insulti a cui, ha annunciato due settimane fa, intende rispondere con denuncie penali.

A tirarla in ballo, stavolta, è il segretario cittadino di San Giovanni Rotondo (Foggia) di Noi con Salvini, Saverio Siorini, che su Facebook, dopo aver condiviso la notizia dello stupro riminese, si chiede: “Ma alla Boldrini e alle donne del Pd, quando dovrà succedere?”. Dopo alcune ore e numerose reazioni indignate, Siorini torna sull’argomento, sempre su Fb, tentando, invano, una goffa marcia indietro:

“Capisco che il mio post è stato frainteso e anche strumentalizzato a favore di qualcuno, ma è tanta la rabbia per questa giovane donna stuprata, e il silenzio della Boldrini e di tutte le femministe (che hanno preferito accanirsi su di me), che non ci ho visto più. Ovvio che non era mia intenzione augurare il male a nessuno, con questo non cambio idea: auguro una castrazione chimica a tutti gli stupratori e la rabbia del popolo a tutti i complici del Pd”.

Contro Siorini, stizzita la reazione del circolo locale del Pd: “L’odio genera odio. Il partito di Matteo Salvini lo sa, ma nonostante questo continua a coltivarlo, diffonderlo, giustificarlo. A San Giovanni Rotondo si è superato ogni limite”. Frasi ritenute inaccettabili anche dalla Lega Nord, visto che passano pochi minuti e Romano Sasso, il coordinatore pugliese di “Noi con Salvini” sancisce su due piedi l’espulsione: “Siorini da oggi non è più un nostro iscritto. Le sue parole non rispecchiano nella maniera più assoluta il pensiero del movimento”.

Archiviata la vicenda pugliese, esplode poco dopo la bufera su Abid Jee, un 24enne mediatore culturale di Rimini, dipendente della cooperativa sociale Lai-Momo, che su Fb, in un incerto italiano, scrive: “Lo stupro è un atto peggio ma solo all’inizio (…) poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale”. Commento rimasto on line pochi minuti, poi rimosso, ma invano, visto l’ondata di indignazione che ha spinto la cooperativa a sospenderlo dal lavoro.

Netta la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Va indagato e messo in galera per istigazione a delinquere”. Anche Roberto Calderoli (Lega) chiede l’intervento della magistratura, mentre l’assessore al welfare del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo, parla di parole di “una gravità inaudita”. Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, definisce il suo post “pura bestialità, incompatibile con il lavoro svolto”.

Ma anche su questo caso, sempre esponenti della destra, ritirano in ballo Laura Boldrini. Prima Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda, poi l’azzurra Daniela Santanchè, si chiedono perchè la Presidente della Camera non dica nulla sulle parole del mediatore.

(Di Marcello Campo/ANSA)

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