Rushdie in libreria, il tredicesimo romanzo ispirato a Trump

Rushdie in libreria, Archivio.
Rushdie in libreria, 13/o romanzo ispirato a Trump

NEW YORK. – Comincia con l’insediamento di Barack Obama nel 2009 ma la sua vera ispirazione è Donald Trump: Salman Rushdie non ha resistito dal cimentarsi con la grande storia politica dell’ultimo anno in “The Golden House”, il suo tredicesimo romanzo che incrocia, nelle intenzioni del suo autore, “Falò delle Vanità” di Tom Wolfe e il mitico “Grande Gatsby”.

Scettica la critica, che ha decretato il pollice verso per quella che la casa editrice PenguinRandomHouse ha definito “un moderno poema epico americano sullo sfondo della politica e della cultura contemporanea”. Protagonista delle 380 pagine che hanno consumato gli ultimi mesi di lavoro dell’ottantenne autore di “Versetti Satanici” è Nero Golden (non il vero nome), un tycoon di Mumbai che Rushdie di ostina a chiamare Bombay.

Vedovo in misteriose circostanze, in fuga da un oscuro passato, Nero si trasferisce con i figli Petronius, Apuleius e Dionysus a Greenwich Village, dove le vite della famiglia Golden, con l’aggiunta di una bella escort russa, si intrecciano con quella del narratore René, che li osserva da dirimpettaio: un po’ come Nick Carraway in “Gatsby” o nella “Finestra sul Cortile” di Alfred Hitchcock”.

Vicino, amico, spia, René vuole fare un film basato sui Golden. Anche se Nero lo ricorda molto, Trump arriva nel ruolo di Gary “Green” Gwynplaine, un miliardario ricco e pacchiano nato con capelli verdi che si candida a presidente e raduna folle oceaniche nelle arene. Rushdie lo soprannomina il “Joker” e all’improvviso, “mentire diventa uno scherzo, l’odio diventa uno scherzo, l’intolleranza diventa uno scherzo” e l’intero paese si trasforma in un “lurido romanzo a fumetti”.

L’anglo-indiano Rushdie, da 15 anni negli Usa per sfuggire alla fatwa degli ayatollah iraniani, teme per il futuro degli ideali del Mayflower mentre la sua casa editrice saluta il ritorno al realismo da parte dell’autore dei “Versetti”: “Molto di quello che Trump ha scatenato esisteva già prima di lui”, ha detto lo scrittore in una recente intervista al Guardian.

“The Golden House” non è il solo romanzo ispirato da Trump: in Gran Bretagna in aprile Howard Jacobson ha pubblicato “Pussy”, una novella scritta in un “accesso di rabbia” dopo il voto dell’8 novembre, il cui protagonista è un egoista proveniente da una città tutta d’oro che ascende a posizioni di potere.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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