Ddl antifascismo passa alla Camera: propaganda fascista è reato

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Una veduta dall'alto dell'aula della Camera.. ANSA/ GIUSEPPE LAMI
Una veduta dall’alto dell’aula della Camera..
ANSA/ GIUSEPPE LAMI

ROMA. – L’Aula della Camera approva la proposta di legge antifascismo di Emanuele Fiano che prevede la reclusione da sei mesi a due anni per chi fa saluti romani o vende gadget che richiamino i regimi totalitari di destra, con 261 sì, 122 no e 15 astenuti. La propaganda del regime fascista e nazifascista anche attraverso la produzione, la distribuzione o la vendita di beni che raffigurano persone o simboli ad essi chiaramente riferiti è a un passo dal diventare un reato previsto dal codice penale.

Il centrodestra contesta il provvedimento che ora deve passare al Senato. Fratelli d’Italia aveva provato, senza riuscirci, a far slittare l’esame del testo a dopo gli altri provvedimenti in calendario per questa settimana. “E’ una follia discuterlo ora”, aveva detto Giorgia Meloni, mentre Ignazio La Russa aveva attaccato con ironia il Pd: “Ora sì che Renzi è antifascista: sta veramente rottamando tutti gli accendini e i portachiavi del disciolto e tanto vituperato partito fascista… E Fiano è solo una foglia di fico”. Duro anche Francesco Paolo Sisto di FI, secondo il quale il ddl “rischia di diventare una ‘polpetta avvelenata’ sia per i cittadini sia per i giudici”.

Ma il Pd difende il testo: “L’antifascismo è la cifra di chi difende la libertà, e le opinioni non vengono represse da questo testo”, dice il relatore e ‘padre’ del ddl Emanuele Fiano. “La norma contro l’apologia del fascismo è necessaria. Per l’oggi, non per fare processi o rivisitare il passato”, sostiene Walter Verini commentando il via libera al provvedimento che avviene a pochi giorni dalla minaccia di Forza Nuova di organizzare una nuova “marcia su Roma” per fine ottobre.

E’ soprattutto una “legge contro l’odio”, commenta il capogruppo Ettore Rosato che cita proprio l’annuncio della marcia su Roma e una torta per Hitler la cui foto compare oggi sul web per dire che lo stop alla propaganda non è solo “folklore” come vuol far credere qualcuno.

Ed è bufera su Emanuele Fiano che in un’intervista non si dice contrario “alla necessità di cancellare la scritta Dux dall’obelisco dell’Olimpico a Roma” come era stato proposto da Luciano Violante. Immediata era arrivata la replica della Lega, che non ha votato il ddl: “Vuole forse demolire l’Eur?”, aveva chiesto Paolo Grimoldi, mentre per Fabrizio Cicchitto di Ap la scritta “Mussolini Dux” “non turba, offende e neanche esalta nessuno”.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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