Gentiloni: “Ue abbia uno scatto d’ambizione”. Italia media

Tallinn, 29/08/2017 – Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha visitato un’azienda italiana all’esposizione digitale.

 

TALLINN. – L’Europa deve avere uno “scatto di ambizione” perché solo così potrà essere all’altezza delle sfide che la attendono. E l’Italia può avere un ruolo di mediazione importante tra le proposte dei diversi paesi. Il premier Paolo Gentiloni lo dice, subito dopo la bilaterale con Angela Merkel entrando al vertice di Tallinn, che segue la lunga cena dedicata al futuro dell’Europa. Quattro ore di discussione che hanno inchiodato i leader nel museo d’arte Kadriorg fino all’una di notte.

E nonostante l’ottimismo del presidente francese Emmanuel Macron che ha assicurato di aver colto una “presa di coscienza collettiva” sulla necessità di un “sussulto europeo”, l’obiettivo di un percorso unitario da intraprendere sembra ancora lontano. La metafora migliore è quella del presidente del consiglio europeo Donald Tusk: i 28 leader europei (o meglio 27) che presentano le loro proposte sul futuro dell’Europa “sembrano i concorrenti dell’Eurovision”, il festival musicale europeo. Sarebbe più utile “cantare all’unisono”.

E la prima voce fuori dal coro, per restare nella metafora, è quella della presidente lituana Dalia Grybauskaite: “Molte proposte senza sostanza” che “ognuno interpreta come vuole”, ha detto. Al centro del dibattito gli Stati Uniti d’Europa sognati da Macron, le linee guida delineate dal presidente del Parlamento europeo Jean-Claude Juncker nel discorso sullo stato dell’Unione e le varie proposte emerse dai singoli paesi. Che hanno garantito, ha assicurato Angela Merkel, “un’ampia disponibilità a lavorare al processo di rafforzamento dell’Unione”.

Sul principio del resto sono tutti concordi: l’Europa deve cambiare. E’ quando si entra nel dettaglio che iniziano i problemi. A cominciare dalla riforma dell’Eurozona, con la creazione del ministro delle Finanze Ue (osteggiato apertamente dai liberali che potrebbero occupare il ministero delle Finanze tedesco) e del budget europeo (idem). Proseguendo poi con lo spinoso dossier immigrazione che continua a dividere i 27.

Il ruolo al quale punta l’Italia è quello di “favorire la convergenza tra le proposte”, ha spiegato Gentiloni, assicurando di aver iniziato a svolgerlo già alla cena di Tallinn. Quel che è certo è che per la prima volta la Germania, che ha quasi sempre indirizzato le decisioni europee, è troppo impegnata a risolvere i problemi interni per assumere il ruolo di guida.

La cancelliera non si è infatti esposta, consapevole che qualunque posizione netta potrebbe compromettere le trattative con Verdi e Liberali per la formazione del governo. L’unica cosa che avrebbe garantito ai partner è di pretendere, durante le consultazioni per la formazione del governo, una posizione chiara sulla riforma dell’Eurozona.

Il nuovo esecutivo del resto, secondo Gentiloni, non potrà non tenere conto delle istanze europee. “Mi auguro che il governo che verrà contribuisca alla spinta necessaria alle politiche di crescita e lavoro”, ha detto il premier assicurando che “con la cancelliera il livello di collaborazione è sempre positivo”. In sintesi, questa deve essere, per Gentiloni, “l’ispirazione di fondo” di qualunque intervento in materia economica.

Ma lo “scatto di ambizione” che Gentiloni chiede all’Europa si misurerà anche su un tema cruciale per l’Italia come “la gestione dei flussi migratori”. La road map per i prossimi due anni la stilerà Tusk, nelle prossime due settimane. Servono “soluzioni reali a problemi reali”, ha detto. Bisogna andare avanti “su una questione per volta” per “mantenere l’unità tra tutti i 27”. Peccato che quasi mai a Bruxelles unità e concretezza sono andate d’accordo.

(dell’inviata Paola Tamborlini/ANSA)

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