Cybercrime: i nuovi rischi del voto elettronico

Cybercrime: i nuovi rischi del voto elettronico
Cybercrime: i nuovi rischi del voto elettronico

 

ROMA. – L’utilizzo del voto elettronico ha potenzialità importanti, ma le difficoltà pratiche in termini di sicurezza informatica sono molte e non è chiaro se e come potranno essere realmente superate. Lo sottolinea il Rapporto Clusit in materia di cybercrime presentato a Verona.

Dedica un capitolo all’e-voting, a pochi mesi dalle presidenziali Usa, su cui c’è l’ombra dell’ingerenza russa, e a pochi giorni dal voto tutto interno al M5S per il candidato premier con la piattaforma di voto presa di mira dagli hacker.

“Benché la sicurezza insita negli schemi crittografici su cui sono imperniati i sistemi di voto elettronico sia matematicamente indubbia e grandi siano i benefici in termini di costi, velocità, trasparenza e accuratezza, l’introduzione di elementi di errore ai vari livelli del processo è un’ipotesi tutt’altro che scolastica”, spiegano gli esperti sicurezza.

Le principali tecniche di attacco che possono essere sferrate durante il voto elettronico – sottolinea il Clusit – sono l’intercettazione, la modifica, la falsificazione e l’interruzione. Tutte situazioni in cui l’attaccante si intromette nel flusso di informazioni e non sempre viene individuato con facilità.

“Dal punto di vista della sicurezza – osservano gli esperti – possiamo concentrarci su due aspetti: l’auditabilità e la gestione dei brogli”.

Per quanto riguarda l’auditabilità si possono evidenziare due temi: il primo è che il cittadino perde la capacità di verificare la correttezza del processo di voto. Mentre adesso con gli scrutatori ed i rappresentanti di lista, il processo è diffuso e partecipato. Il secondo riguarda l’ampiezza e la complessità delle verifiche che allo stato attuale possono limitarsi ad alcuni passaggi chiave.

“Troppo spesso – sottolinea il Rapporto Clusit – il tema viene affrontato più sulla base di impulsi emotivi e di ipotesi da dimostrare. Certamente, aiuterebbe avere a disposizione dati oggettivi su cui fare le valutazioni: sui costi, sulle frodi dei sistemi attuali e su quelle permesse dai sistemi di voto, nonché sui cambiamenti non solo tecnici che l’adozione del voto elettronico comporterebbe”.

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