Dalla Sicilia al Lazio, i vertici M5S tentano la “pax elettorale”

Luigi Di Maio, Virginia Raggi, Alessandro Di Battista e Roberta Lombardi (Ansa)
Luigi Di Maio, Virginia Raggi, Alessandro Di Battista e Roberta Lombardi (Ansa)

 

 

ROMA. – Dal palco anti-Rosatellum con Luigi Di Maio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista alla photo-op dell’abbraccio tra Virginia Raggi e Roberta Lombardi: è una plastica “pax elettorale” quella che i vertici M5S stanno tentando di catapultare sul Movimento in vista delle Regionali in Sicilia del 5 novembre e del voto della prossima primavera. Quando il M5S sarà chiamato ad una doppia impresa: vincere in Italia e nel Lazio.

Certo, è probabile che si tratti di una tregua “a tempo”, non sufficiente ad eliminare le scorie tra lombardiani e raggiani a Roma, o tra pragmatici e ortodossi in Parlamento. E si tratta di una tregua soggetta ai risultati: perché una debacle in Sicilia potrebbe rimettere al centro delle critiche Di Maio, in trincea in Sicilia da settimane e grande sponsor del candidato Giancarlo Cancellieri.

Mentre nel Lazio, la vittoria delle Regionarie di Lombardi rischia di delimitare il campo d’azione della sua “ex nemica” Raggi facendo tornare alla ribalta tutti quegli esponenti che, sul caso Marra, si sono schierati dalla parte della “faraona”.

E non è un caso che, nel day after della vittoria di Lombardi, fiocchino i richiami all’unità. “Tutto il Movimento deve stare vicino e sostenere Lombardi”, è l’invito di Di Maio fino a non troppo tempo fa legato alla deputata M5S da rapporti a dir poco altalenanti.

“Lombardi incarna l’integrità dei valori M5S, uniti ce la faremo”, gli fa eco l’ortodosso Nicola Morra mentre Davide Barillari, lo sconfitto di misura, nega ciò che, in tanti, nel M5S, danno per certo: l’endorsement di Raggi al consigliere Regionale.

Nel frattempo, Lombardi corre: lancia il suo “claim” elettorale “Lazio Regione di vita”, attacca l’amministrazione Zingaretti, anticipa pillole del suo programma e, già domani, vedrà i consiglieri uscenti. E la squadra? Potrebbe fare scintille. Marcello Minenna, l’ex assessore del Campidoglio che ruppe rumorosamente con Raggi, viene indicato dal Messaggero come possibile assessore al Bilancio. “Lombardi è una mia amica e la stimo molto. E’ fuori luogo ogni altra considerazione”, è la smentita, in realtà leggerina, dell’interessato.

Ma il diktat del momento, sponsorizzato da Beppe Grillo e Davide Casaleggio, è quello di ridar forma di falange, dopo i tumulti di Italia 5 Stelle, al Movimento. E in vista di un’altra settimana di passione contro il Rosatellum. “E’ una porcata, non sanno vincere senza imbrogliare”, sottolinea Di Maio mentre Barbara Lezzi conferma che, in caso di ok al Senato, si chiamerà alla protesta davanti al Quirinale.

L’impressione è che il M5S tenterà il tutto per tutto e, non a caso, qualche giorno fa arrivava l’invito alle dimissioni di massa da parte di Stefano Buffagni, uomo vicino a Di Maio e consigliere regionale di una Lombardia dove, in vista delle Regionali, il M5S resta invece molto indietro.

(di Michele Esposito/ANSA)

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