La “fabbrica dei troll”, struttura e numeri. In tutto 10 società, fino a 900 dipendenti

La "fabbrica dei troll"
La “fabbrica dei troll”

 

MOSCA. – La ‘fabbrica dei troll’ di San Pietroburgo ha aperto i battenti in via Savushkin 55 tre anni fa e si dice faccia capo all’imprenditore Evgeny Prigozhin, noto anche come lo chef di Vladimir Putin. La holding ‘coordina’ diverse società, alcune delle quali intestate ai loro stessi direttori. Stando alla testata RBK, sono dieci le aziende che fanno parte della galassia e che si occupano a vario titolo della “diffusione di contenuti web”.

Fra queste c’è l’Agenzia Federale di Notizie (FAN), proprietaria di siti di propaganda governativa dedicata al pubblico interno (in tutto 50 milioni di utenti unici al mese). La Internet Research Agency, citata dal rapporto del Senato Usa, ha invece cessato le attività nel 2015 e dal 2016 non figura più nei registri. Un’altra società, la ‘Internet Isslidovania’, più volte indicata come cuore della ‘fabbrica dei troll’, è invece confluita, sempre nel 2015, nella Teka. Altro nome che torna spesso nelle carte è la Glavset, registrata sempre nella palazzina di via Savushkin 55.

Insomma, una rete duttile e mutevole. Al di là delle ‘scatole’ che la compongono, la ‘fabbrica’ ha un direttore unico a cui rispondono i capi sezione (i quali spesso non si conoscono e ignorano il lavoro degli altri). Lo stipendio di un ‘troll semplice’ è intorno agli 800 euro al mese più i premi legati ai risultati (like, retweet, ecc). I dirigenti invece guadagnano dai 2.000 euro al mese in su.

Alla sua massima espansione la ‘fabbrica’ aveva 800-900 dipendenti, 80-90 nella sola “sezione Usa”. Che in due anni di attività ha potuto contare su un budget di circa 2 milioni di euro, principalmente usati per gli stipendi.

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