L’Alta Corte rinvia su Battisti. Temer: “Deciderò io”

 

BRASILIA. – Ancora un nulla di fatto, in Brasile, sul caso Battisti. La prima sezione della Corte suprema avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di ‘habeas corpus’ presentata dai legali dell’ex terrorista per evitarne l’estradizione in Italia. Ma il giudice relatore del caso, Luiz Fux, all’ultimo minuto ha deciso di ritirare l’argomento dall’ordine del giorno “per motivi processuali”, rinviando il tutto a data da definirsi.

Un possibile slittamento era peraltro già nell’aria, dopo che la procura generale in giornata aveva chiesto più tempo. Fux ha anche trasformato la richiesta di esame dell’habeas corpus in ‘reclamacao’, in un ricorso cioè che potrebbe riaprire la vicenda processuale richiamando le parti in causa a comparire nel procedimento. E non ha fissato, per il momento, una nuova data per il pronunciamento della Corte sulla questione.

Ma non basta. Alcuni giudici supremi sostengono che lo spinoso dibattito andrebbe affrontato dalla Corte suprema al suo completo, ovvero da tutti i suoi undici componenti, e non solo dai cinque membri della prima sezione. Questo scenario è sostenuto anche dall’avvocatura dello Stato, che rappresenta il governo in giudizio. E che ha preso carta e penna e scritto una lettera all’Alta Corte sottolineando che l’ultima parola sulla decisione dell’estradizione dell’ex terrorista dei Pac in Italia spetterà comunque al presidente della Repubblica Michel Temer. Che può rivedere il ‘no’ all’estradizione deciso nel 2010 dal suo predecessore, Luiz Inacio Lula da Silva.

“L’estradizione è un atto eminentemente politico”, hanno precisato i legali della presidenza nella missiva, spiegando che “le circostanze che giustificavano la decisione di non estradarlo possono modificarsi con il passare del tempo”. Dalla presidenza brasiliana si ribadisce, quindi, l’intenzione di riconsegnare Battiti all’Italia.

Ed è proprio su questo timore che si basa la richiesta, insistente, dell’habeas corpus da parte degli avvocati dell’ex terrorista. La difesa dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo afferma infatti che, essendo l’estradizione stata respinta da Lula nel 2010 ed essendo trascorsi da allora cinque anni, non ci sono più spazi per rivederla. Insomma, una complicatissima vicenda processuale e politica, che continua a non trovare un punto di svolta.

Un altro tribunale, quello regionale federale della terza Regione con sede a San Paolo, intanto ha confermato la libertà vigilata che era stata concessa a Battisti all’indomani dell’arresto a Corumbà, al confine della Bolivia, in quello che era stato letto come un tentativo di fuga. L’italiano resta fuori dal carcere, ma con l’obbligo di presentarsi in tribunale a scadenze prefissate e di indossare il braccialetto elettronico.

E da Cananeia, sul lungomare di San Paolo, dove ha stabilito la propria residenza, Battisti continua a dire la sua: “Se pensassi di fuggire dal Brasile, costruirei qui una casa per viverci insieme alla mia famiglia?”, ha chiesto polemicamente in un’intervista al giornale locale ‘Brasil de Fato’.

Lascia un commento