Centrale di documenti falsi a Napoli, indaga l’antiterrorismo

 

NAPOLI. – Una sorta di mago del passaporto falso il 42 enne ghanese Mohammed Alì Tahiru che gestiva una stamperia clandestina per la produzione di documenti nella zona della stazione centrale di Napoli. Ne hanno trovati di tutti i tipi gli uomini della Polizia Municipale che lo hanno pedinato per una settimana, spiato gli incontri e le abitudini, per poi arrestarlo, con 30 documenti contraffatti addosso.

Una centrale del falso su cui il pool Antiterrorismo della procura partenopea ora vuole vederci chiaro. Nel tugurio di vico Fondaco Vicaria Vecchia gli agenti di documenti ne hanno trovati 7.500, pronti per la consegna o in lavorazione, tra passaporti, carte d’identità, patenti di circolazione, tessere sanitarie e permessi di soggiorno oltre al materiale necessario per la produzione, tra cui i timbri delle questure di Caserta, Roma e Bologna, e 3.000 euro in contanti.

Tra i documenti falsi sequestrati anche cento carte d’ identità in bianco risultate rubate nel Comune di Portici e venti nel Comune di Napoli, e quattro passaporti americani originali. Attaccate al muro più di trecento fototessere presumibilmente di clienti in attesa di ricevere il documento commissionato.

Diversi i documenti riferibili alla stessa persona ma con identità diverse. All’interno di un materasso passaporti di Usa, Spagna e Italia e altri passaporti falsi per richiedenti asilo politico, per motivi politici o perché in fuga dalla guerra, tutti di ottima qualità.

Al falsario gli agenti della Municipale sono arrivati grazie alla segnalazione di una fonte confidenziale. Da allora è stato pedinato per una settimana. L’uomo aveva l’abitudine di raccogliere gli ordinativi la mattina all’esterno della moschea di via Torino per consegnare i documenti promessi nel pomeriggio sulla scorta di un tariffario bene preciso.

Una volta comprese le abitudini, gli agenti lo hanno bloccato mentre usciva di casa con trenta documenti pronti per essere consegnati. Vana la resistenza opposta; è stato recluso nel carcere di Poggioreale. Agli investigatori Mohammed Ali’, da dieci anni in Italia di cui otto a Napoli, ha riferito di guadagnare 20 euro a copia e di agire da solo.

Il suo nome era già noto alle forze dell’ ordine perché fermato dai carabinieri dell’Antiterrorismo sette anni fa sempre per la stessa attività. L’arresto di Alì nello stesso giorno in cui due cittadini, uno macedone ed uno albanese, sono stati espulsi per motivi di sicurezza nazionale.

Si tratta di un 36enne macedone e di un albanese 27enne, residenti in provincia di Bari, monitorati nell’ambito di un’attività investigativa svolta dalla Digos di Bari per aver intrattenuto stretti rapporti via social con un internauta marocchino attestato su posizioni pro-stato islamico. Con queste ultime sono 89 le espulsioni eseguite con accompagnamento nel proprio Paese, nel corso del 2017, e 221 quelle eseguite dal primo gennaio 2015 ad oggi, riguardanti soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso.

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