Referendum: raccolta di firme per l’indipendenza della Sardegna

Cristina Puddu
Cristina Puddu

 

CAGLIARI. – Non si attenua il vento indipendentista in Sardegna, rafforzato anzi da quanto sta accadendo nella vicina Catalogna. A sei mesi esatti dalla morte del suo fondatore e leader Salvatore “Doddore” Meloni – deceduto in stato di detenzione dopo un lungo sciopero della fame – il movimento indipendentista Meris ha annunciato l’avvio delle procedure per la raccolta delle firme a sostegno di un referendum consultivo regionale sull’indipendenza della Sardegna.

Un’iniziativa che fa seguito alla visita di alcuni esponenti dell’indipendentismo sardo a Barcellona in occasione delle complicate votazione per il referendum, mentre dall’altra isola maggiore, il fondatore del movimento “Siciliani liberi”, Massimo Costa, ha proposto di dare “riconoscimento immediatamente alla Repubblica Catalana alla quale auguriamo un futuro di rapporti pacifici con la Spagna, di libertà, giustizia sociale e prosperità. L’Europa rispetti la volontà di un popolo”.

Doddore Meloni ci aveva già provato cinque anni fa ad intraprendere la strada dell’indipendenza, ma un’analoga richiesta di referendum era stata bocciata dagli uffici della Regione Sardegna. Ora il movimento da lui fondato ci riprova. Il quesito sul quale gli elettori sardi dovranno pronunciarsi in caso di successo dell’iniziativa recita semplicemente così: “Vuoi che la Sardegna sia uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica?”.

Nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha partecipato tutto il direttivo del Movimento, il segretario nazionale di Meris, l’avvocata oristanese Cristina Puddu (per tanti anni legale di Meloni) ha spiegato che la richiesta di referendum è stata fatta ai sensi dei trattati internazionali in materia di autodeterminazione dei popoli riconosciuti e ratificati dello Stato Italiano, che ora ha il dovere di rispettarli.

“In cinque anni sono cambiate molte cose – spiegata l’avvocata Puddu – e ora c’è in tutta l’isola una maggiore coscienza e sensibilità indipendentista e siamo sicuri che questo referendum ha un alto valore democratico che non può essere disconosciuto”.

La procedura per la raccolta delle 10mila firme necessarie sarà avviata già la prossima settimana presso la cancelleria della Corte d’Appello di Cagliari, che poi dovrà trasmettere la documentazione agli uffici della Regione, che dovrà decidere sull’ammissibilità del referendum. Una volta ottenuto il via libera, i promotori del referendum avranno quattro mesi di tempo per raccogliere le firme. Se tutto filerà liscio, la consultazione si potrebbe svolgere quindi entro il 2018.

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