Sip: non migliora la libertà di stampa in Venezuela

La Sip considera che il governo venezuelano ha aumentato i meccanismi di censura contro la stampa
La Sip considera che il governo venezuelano ha aumentato i meccanismi di censura contro la stampa
La Sip considera che il governo venezuelano ha aumentato i meccanismi di censura contro la stampa
La Sip considera che il governo venezuelano ha aumentato i meccanismi di censura contro la stampa

WASHINGTON.- La Società Interamericana del Giornalismo (Sip, per la sua sigla in spagnolo) considera che il governo venezuelano ha aumentato i meccanismi di censura contro la stampa. Ma la condotta del Venezuela non è molto diversa da quella di altri paesi americani. A Cuba, ad esempio, la Sip definisce la situazione come “non potrebbe essere peggio.”

L’informazione che illustra lo stato della censura alla stampa è stata resa pubblica durante l’Assemblea general dell’organismo tenutasi a Salt Lake City, EEUU.

Alla Sip fanno capo più di 1200 mezzi di comunicazione che si disimpegnano nella regione americana.

Durante l’incontro è stato denunciato che nel continente americano sta imperversando uno schema generale di aggressione e di persecuzione contro i lavoratori del settore stampa. Azioni che provengono dal crimine organizzato e dagli stessi governi.

La stampa viene perseguitata e infastidita in molti paesi americani. Bolivia, Brasile, Colombia, Cuba, Ecuador, El Salvador, Stati Uniti, Honduras, Messico, Paraguay, Perú e República Dominicana.

Sip, la situazione in Venezuela

Quindi, Il Venezuela non è l’unico. Ma è un paese nel quale, come per la Colombia, El Salvador, si mantiene -secondo la Sip – ancora in vigore una legislazione ereditata dal “governo passato che ha creato un sistema procedurale (…) contro la libertà di stampa.”

Dunque, il maltrattamento al settore stampa si manifesta anche a livello legale.

E nel 2017, in Venezuela si sono registrati 31 aggressioni fisiche contro giornalisti e un numero simile di detenzioni da parte della polizia mentre svolgevano il loro lavoro.

Comunque, la Sip ha registrato anche alcuni cambiamenti positivi. Caso dell’Ecuador dove sembrerebbe che ora si viva un ambiente di maggior rispetto per la libertà di parola ed opinione.

Ma sfortunatamente non è così in molti altri paesi. Il comunicato della Sip ha lamentato la morte di 18 giornalisti, 10 di loro in Messico e tre in Honduras.

“Gli omicidi sono l’espressione peggiore di brutalità che può raggiungere la censura – ha lamentato l’organizzazione.

Sip, anche gli Usa sotto il mirino

Ma non finisce qui. I mezzi negli Stati Uniti, in generale -continua il comunicato-  rimangono sotto il tiro di una retorica molto forte portata avanti da Trump.

E le accuse di fake news, o notizie false, sono diventate una strategia di funzionari e governi per aggiungere discredito al lavoro dei giornalisti. Secondo la Sig, le fake news sono servite a creare sfiducia verso gli informatori e persino a provocare aggressioni contro di loro

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