Franceschini al World Travel Market (Wtm) di Londra: “Basta con l’Italia fast food”

Italia al Wtm
Il padiglione Italia al Wtm.

LONDRA. – Offrire l’eccellenza per attirare “viaggiatori” e non solo turisti. L’Italia si mette in vetrina come premier partner dell’edizione 2017 del World Travel Market (Wtm) di Londra, la maggiore fiera turistica del mondo, e scommette su un settore in cui sa di essere “superpotenza”.

Un settore nel quale la crescita è un fatto, non un auspicio, certificata dai numeri del 2016 rispetto a quelli del 2015, come da quelli di questi ultimi mesi, osserva il ministro Dario Franceschini, inaugurando il padiglione tricolore nel quartiere fieristico in riva al Tamigi della ciclopica rassegna internazionale londinese.

Crescita “diffusa in tutto il Paese, incluso il sud”, ma anche “crescita da governare”: puntando, ribadisce, su un’utenza “colta, intelligente, fatta di viaggiatori, in grado anche di spendere” nel solco di una filosofia ispirata al “turismo lento”. Un po’ sulla stessa linea che contrappone “lo slow food al fast food”.

Di qui l’importanza del piano turistico nazionale, proiettato fino al 2022 e realizzato assieme a enti locali, privati, Enit, in uno sforzo comune per fare sistema. E degli anni ‘a tema’ che esso prevede: passando dall’anno dei cammini (2016), a quello dei borghi (2017), a quello dell’enogastronomia (2018) fino – appunto – a quello del “turismo lento”, messo in cantiere per il 2019. Senza dimenticare di far leva sulle località da ‘scoprire’.

Matera, in primo luogo, destinata a fare “da traino” nella veste di capitale europea della cultura 2019, come non mancano di ricordare da Londra pure la presidente dell’Enit, Evelina Christillin, e il consigliere Fabio Maria Lazzerini. E poi le capitali nazionali del turismo scelte anno per anno: Mantova nel 2016, Pistoia in questo 2017, Palermo nel 2018.

“Cresciamo fortemente -riprende quindi Franceschini, parlando con l’ANSA a margine d’una visita agli stand coronata anche dal breve intermezzo di taranta offerto da un’ensemble di musicisti e ballerine pugliesi- e finalmente abbiamo un piano turistico nazionale condiviso da tutti fino al 2022”.

“La nostra presenza in questa che é la più grande fiera del turismo al mondo non é più – esemplifica – di singole regioni separate e in concorrenza fra loro, ma dentro un sistema coordinato dall’Enit”.

Ed é una presenza che si segnala “non solo per le grandi città d’arte, conosciute nel mondo e che non hanno bisogno di promozione, ma offre i borghi, i cammini, il cibo, i vini, l’arte, le bellezze naturali”.

L’obiettivo da raggiungere, insiste il ministro della Cultura, non può essere “un turismo internazionale mordi e fuggi che attraversa il Paese senza fermarsi, senza capire, senza neanche portare ricchezza”. Bensì “un turismo fatto di viaggiatori che vengono in Italia per conoscere i luoghi, per apprezzare l’eccellenza dell’arte, della gastronomia, della moda, dello shopping, dei borghi, delle città d’arte”.

Un turismo capace in sostanza di guardare alla “bellezza” dell’Italia, conclude Dario Franceschini, risoluto nel sottrarsi da Londra a sollecitazioni sul Pd o sul risultato delle elezioni siciliane. E pronto a rispondere alla domanda maliziosa di un cronista attenendosi strettamente all’argomento di giornata: “La Sicilia? E’ senza dubbio una delle regioni al mondo che la più grandi potenzialità di crescita turistica”.

(di Alessandro Logroscino/ANSA)

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