Slitta a dicembre l’incontro governo-opposizione

Luis Florido
Luis Florido
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Luis Florido

CARACAS.- C’era d’aspettarselo. Ora slitta a dicembre la riunione tra governo ed opposizione per tentare un dialogo tra le parti. Non è la prima volta che succede, quando tutto sembra essere pronto, l’opposizione fa marcia indietro.

E stavolta, lo fa perché il governo avrebbe chiesto di celebrare la riunione anche senza la presenza dei cancellieri. Ma questa era la condizione che l’opposizione aveva posto: la presenza internazionale per garantire la continuità degli eventuali accordi che si sarebbero presi.

Quindi, si ricomincia da capo. Uno dei negoziatori, Vicente Diaz, ha annunciato che la riunione si farà i primi giorni di dicembre perché il governo non ha invitato formalmente i cancellieri scelti come garanti.

E Luis Florido, qualche giorno fa, aveva messo in chiaro che la condizione per l’incontro era la presenza internazionale. Il dialogo si sarebbe svolto soltanto in presenza di Cile, Paraguay e Messico, da parte dell’opposizione venezuelana, e Bolivia e Nicaragua, da parte del governo.

“Non ci presenteremo al tavolo di un negoziato se non in compagnia dei cancellieri.” Ha ribadito Diaz.

Tuttavia, Luis Florido, annuncia che la partecipazione dei cancellieri è stata già accolta e che quello che manca ora è la data della riunione.

Un incontro per capire come gestire la riunione

Stando alle dichiarazioni di Diaz e Florido, sembrerebbe che in ballo ci sia un altro incontro tra le parti, almeno di natura diversa dal negoziato.

Una riunione che riguarda la metodologia da impiegare per “l’incontro del negoziato.” Questa riunione “esploratoria” servirebbe per concordare l’agenda da seguire tra le parti e i paesi amici.

La metodologia, simile a quella impiegata in qualsiasi summit, prevede la stesura dettagliata dell’ordine del giorno per ogni sessione, e una commissione di controllo su quanto discuso e raggiunto. Poi, si sceglie il posto della riunione che, in questo caso, sarà preceduta dal presidente di Dominicana, Danilo Medina.

Il governo venezuelano e l’opposizione starebbero lavorando su questa metodologia, ognuno per separato e per stabilire le regole del gioco. E non soltanto quelle, anche i temi che si discuteranno al tavolo del negoziato si stanno riprendendo in mano.

Argomenti sul tavolo

A questo riguardo Florido ha chiarito che non hanno previsto discutere l’argomento scottante del debito estero, né della sua ristrutturazione o rifinanziamento.

“E un tema nuovo che non era presente nei tentativi di dialogo di luglio”, ha spiegato Florido.

Gli argomenti da affrontare sono sempre gli stessi: elezioni pulite, celebrate con un nuovo Consiglio Elettorale, la libertà per i prigionieri politici, l’apertura di un canale umanitario, e il riconoscimento delle attribuzioni   del parlamento (An).

Il deputato si è riferito pure all’importanza di diffondere correttamente l’informazione tra le file dell’opposizione ed i cittadini. Quindi, la mediazione internazionale è stata discussa in parlamento e una commissione formata ad hoc per consultare ed informare i vari settori del paese.

Magari così si calmeranno un po’ le acque tra le fazioni politiche dell’opposizione che non sono d’accordo con il tavolo di dialogo.

Non abbiamo smesso di lottare

E riguardo a questo, Florido ha ribadito che non hanno smesso mai di lottare per la democrazia, l’assemblea, la posizione internazionale, i cittadini, la manifestazione pacifica ed il voto.

E la risposta del governo è sempre stata la stessa: “ricatto, prepotenza, estorsione. Facciamo mea colpa. Ma ora dobbiamo andare avanti verso un negoziato internazionale con la presenza dei cancellieri di Cile, Messico e Paraguay che non lasceranno passare accordi sotto il tavolo. Poi, c’è il Gruppo di Lima, l’Unione Europea e la Osa. Per la prima volta si fa un processo serio. Abbiamo assunto l’offensiva politica e siamo convinti che da questo processo otterremo una via di uscita da questo disastro” ha concluso Florido.

Tutto da vedere, però. Il 1mo dicembre, data probabile per l’incontro è a due passi ma bisogna arrivare ad un compromesso da entrambe le parti.

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