Finita l’era Ventura, l’Italia “sogna” Ancelotti

Gianluigi Buffon e Gian Piero Ventura si consolano a vicenda. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Gianluigi Buffon e Gian Piero Ventura si consolano a vicenda. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA. – Dopo il disastro è tempo di ricostruzione, ma anche di sogni e ambizioni a medio e lungo termine. L’esclusione dal Mondiale in Russia è una catastrofe che ha già prodotto il primo colpevole: il ct Gian Piero Ventura. L’uomo che avrebbe dovuto rilanciare il calcio italiano, anche attraverso i risultati di una Nazionale giovane e fresca, non è più da oggi il ct.

L’esonero di Ventura si è consumato in un’umida e piovosa mattinata romana, durante una telefonata con il presidente federale Carlo Tavecchio, che gli ha comunicato di “non avere più bisogno dei suoi servizi”. Fine della storia e apertura ufficiale di una crisi tecnica, con la panchina azzurra che resta così senza un titolare.

E allora si apre il toto-allenatore con la novità del nome di Vincenzo Montella, disposto a raccogliere il testimone da un ‘traghettatore’ che potrebbe essere Gigi Di Biagio, attuale selezionatore dell’Under 21. Ma il sogno – e qui arriva la conferma di Tavecchio, che parla di “orizzonti di grandi allenatori da portare in azzurro” – resta quello di Carlo Ancelotti, che viene preferito ad Antonio Conte, Massimiliano Allegri e Roberto Mancini anche per il suo passato nel Club Italia come secondo di Arrigo Sacchi.

La strada per arrivare all’ex allenatore di Juve, Milan, Chelsea, Psg e Bayern è davvero tortuosa, non solo per una questione di soldi. ‘Carletto’ in Nazionale sa di poter guadagnare molto meno di un club – e le proposte non gli mancano – magari anche intascando uno stipendio alto (quattro milioni, come Conte), ma non altissimo.

Più dei soldi, però, conta il progetto e in questo senso Ancelotti ha più volte fatto intendere di voler puntare su uno svecchiamento complessivo, svincolato dalle persone e dai ruoli, partendo soprattutto dalla squadra che andrà ad allenare.

Rispetto al predecessore Ventura, il nuovo ct – a prescindere dal nome che verrà proposto al Consiglio federale di lunedì – avrà il compito di risollevare le sorti di un movimento in preda a una profonda depressione, col ‘vantaggio’ di non poter fare peggio del predecessore.

I prossimi impegni ufficiali sono previsti verso la fine dell’estate 2018 e, da qui ad allora, i tempi per riavviare un nuovo progetto ci sono. E questo Ancelotti lo sa benissimo.

(di Adolfo Fantaccini/ANSA)

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