Azzurri, stampa tedesca: “Emblema di un paese scoraggiato”

FOTO . ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

 

BERLINO. – La fotografia di un “paese scoraggiato”, che perde il calcio ed è politicamente disorientato, ritrovandosi Silvio Berlusconi, nelle vesti, stavolta, di “un Gigi Buffon a difesa del palazzo”. Ma anche le “chance” che si possono cogliere dalla mancata qualificazione dell’Italia ai mondiali, per risanare il sistema calcio, e riparare alla violenza e al razzismo dei suoi tifo. E una lettera di cordoglio all’Italia triste, dalla Bild.

La stampa tedesca, due giorni dopo, affronta la sconfitta epocale degli azzurri con diversi titoli e analisi, che vanno oltre il tema sportivo. “Non c’è più una squadra, la tragedia del football è l’emblema del paese scoraggiato”, scrive ad esempio la Suddeutsche Zeitung, accostando alla disfatta in campo la situazione politico-finanziaria del Paese, che “torna a crescere ma meno velocemente degli altri”, vede rafforzarsi “il desiderio delle autonomie” nel nord, e vive i suoi disagi davanti agli occhi di politici “presi solo da loro stessi”.

“La politica volge lo sguardo, nessuno modera, nessuno motiva. Di fronte alle prossime elezioni in primavera nel paese regna la perplessità. Gli italiani non sanno più a chi affidare il potere, quale coach augurarsi”. E contro i cinque stelle, continua, Sivlio Berlusconi “si atteggia ad argine”. Come un portiere, come Gigi Buffon davanti al palazzo”.

“Cara Italia triste….io disprezzo chiunque sia felice della vostra uscita – si legge invece nella rubrica semiseria della Bild, “Post von Wagner”. “La morte del vostro calcio è come una morte effettiva. Ne sono colpito, come se fossi italiano. Questa è una lettera di condoglianze. Portiamo al momento una delle più grandi nazionali di calcio alla tomba”, scrive.

“Quando noi tedeschi giocavamo contro voi italiani era come un’opera di Verdi. Se gli italiani venivano spinti, morivano. Se gli italiani spingevano, erano innocenti come angeli. Gli italiani avevano le divise più belle. Ed erano più belli di noi. All’inizio era così, che gli uomini nordici combattevano contro gli uomini del sud. Gli italiani ottengono le nostre donne. Abbiamo sempre combattuto come nel cortile della scuola. Chi gioca il calcio migliore è anche una cosa da bambini. A me dispiace per gli italiani”.

“Cosa farete la prossima estate – conclude – quando ci saranno i mondiali? Non c’è niente di più solo di un popolo senza il calcio”.

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