Scudo della sinistra sui Presidenti di Senato e Camera: “Liberi di stare in campo”

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Il Presidente del Senato Pietro Grasso e il Presidente della Camera Laura Boldrini
Il Presidente del Senato Pietro Grasso e il Presidente della Camera Laura Boldrini.

 

 

ROMA. – Sono persuasi che per loro parlino i fatti, la conduzione dell’Aula negli ultimi anni. Perciò Pietro Grasso e Laura Boldrini non entrano nella polemica nata dal Pd – e oggi smorzata dallo stesso Pd – sulla compatibilità del loro profilo istituzionale con un ruolo presente e futuro nel centrosinistra. Ma la loro libertà di essere sulla scena politica viene difesa da chi da sinistra spinge perché siano in prima fila nella prossima legislatura.

Mdp, Si e Possibile stanno costruendo “su misura” di Grasso una lista unitaria con un profilo civico. E Campo progressista ha tributato a Boldrini il più caldo degli applausi nell’assemblea di domenica scorsa. Se e come il loro percorso si incrocerà è da definire, ma da sinistra auspicano e scommettono che saranno protagonisti.

E inizia proprio da Pietro Grasso e Laura Boldrini il giro di “consultazioni” del ‘mediatore’ Piero Fassino, incaricato da Renzi di tessere la tela a sinistra per costruire la coalizione. Un gesto con cui il Pd fa sapere di non voler trascinare nella mischia la seconda e terza carica dello Stato. E insieme riconosce la loro “libertà – afferma il senatore renziano Andrea Marcucci – di essere protagonisti della politica”.

Fassino fa sapere di avere ascoltato le loro valutazioni. Boldrini precisa di aver parlato a titolo personale, Grasso di aver ascoltato Fassino, come prima di lui Pisapia e Speranza, ma senza rappresentare alcun soggetto politico senza alcun titolo per affrontare discussioni in merito ad alleanze e coalizioni.

Ma da sinistra notano che è quantomeno singolare che il Pd un giorno chieda a Grasso di candidarsi in Sicilia, il giorno dopo polemizzi sul suo ruolo istituzionale e quello dopo ancora lo “consulti” per coinvolgerlo in una coalizione larga. Il Pd ha fatto sapere che sarebbe anche pronto ad aprire a primarie di coalizione se Grasso decidesse di competere con Renzi per la guida del centrosinistra.

Ma da Mdp replicano che margini non ce ne sono e ascrivono l’atteggiamento ambivalente del Pd verso il presidente del Senato a un crescente timore della sua discesa in campo come “capo politico” non di una “ridotta di sinistra” ma di un soggetto più largo e civico. E se Pier Luigi Bersani definisce “vergognosi” gli attacchi ricevuti da Grasso dopo la sua uscita dal Pd, Roberto Speranza nota: “Ora che prende le distanze dal Pd sembra un problema…”.

Da Irene Pivetti a Gianfranco Fini, da Fausto Bertinotti a Pier Ferdinando Casini, sono numerosi gli esempi di presidenti delle Camere protagonisti sulla scena politica, anche in contrapposizione ai loro partiti di origine. La novità, nota più d’uno in Parlamento, è che mai si era trattato di entrambi i presidenti. E le perplessità si appuntano soprattutto su Grasso, che ha un ruolo di supplenza del presidente della Repubblica.

Ma le polemiche, osservano da Palazzo Madama e Montecitorio, non hanno ragione di esistere. Parlano i fatti, è il mantra. Grasso solo ieri ha incassato un via libera unanime alla riforma dei regolamenti parlamentari, così come Boldrini – fanno notare da Montecitorio – ha applicato le norme e di conseguenza consentito che venisse posta la fiducia sulla legge elettorale, nonostante le pressioni da sinistra perché si mettesse di traverso.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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