Padoan: “Non nascondiamo niente, illazioni insopportabili”

Nella foto Pier Carlo Padoan (Roberto Monaldo / LaPresse)
Nella foto Pier Carlo Padoan (Roberto Monaldo / LaPresse)

ROMA. – “Illazioni insopportabili” che nulla hanno a che vedere con la realtà. Non poteva essere più diretto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel rispondere alle accuse rivolte all’Italia dal vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen. Dopo lo scatto d’orgoglio dimostrato dal premier Paolo Gentiloni sulla scorta dei dati positivi del Pil del terzo trimestre, è stato il titolare di Via XX Settembre a passare al contrattacco dopo l’inattesa invasione di campo dell’ex primo ministro finlandese.

I conti pubblici italiani stanno migliorando “e questo è un fatto”, ha scandito Padoan. Quella che sta per chiudersi è una legislatura “che offrirà a quella che seguirà un quadro oggettivamente migliore in termini di crescita e finanza pubblica. Non vogliamo nascondere niente a nessuno, il Paese sta migliorando”, ha insistito, smontando parola per parola le dichiarazioni di Katainen.

Eppure le affermazioni del vicepresidente della Commissione, secondo alcuni osservatori in cerca di visibilità in vista di un eventuale prossimo mandato a Bruxelles, hanno già fatto scattare l’idea di una possibile nuova correzione dei conti nel corso del 2018. Ipotesi basata sulla differenza tra le stime macroeconomiche del governo e della Commissione, ma che, stando alle parole di Padoan, sembra piuttosto poco probabile.

Il ministro, tradizionalmente estremamente prudente nella affermazioni pubbliche, si definisce stavolta non a caso “stranamente ottimista” nei confronti dell’economia italiana. Al Mef si sta diffondendo l’opinione che l’Italia possa chiudere l’anno con una crescita anche superiore all’1,5% stimato nel Def e che anche il 2018 possa andare un po’ meglio del previsto.

La decelerazione del Quantitative Easing della Bce non fa paura, così come si è ormai del tutto convinti della possibilità di cominciare a ridurre il debito. In questo caso, il Tesoro avrebbe due cartucce da sparare entro fine anno per dare vitalità al processo di privatizzazioni interrotto per opportunità politica, ma su cui sarebbe stata ormai trovata la soluzione ottimale: la cessione a Cdp di quasi l’intera quota ancora in mano al Tesoro di Enav e di un ulteriore 3 circa di Eni.

La voce di Katainen non è peraltro univoca all’interno della Commissione. Il Commissario agli Affari monetari, Pierre Moscovici, e l’altro vicepresidente, Valdis Dombrovskis, hanno finora dimostrato verso l’Italia un atteggiamento più conciliante.

Il giudizio che arriverà mercoledì 22 dal collegio dei commissari Ue potrebbe quindi ricalcare quello già espresso della Commissione in passato, senza troppe sorprese per il governo italiano. Bruxelles non potrà non evidenziare il rischio di deviazione rispetto agli obiettivi di medio termine e di non completo rispetto dei requisiti sul saldo strutturale, ma rinvierà la decisione definitiva a maggio.

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