Berlusconi va oltre Strasburgo: “Io centrale anche dopo il voto”

Silvio Berlusconi alla cerimonia in onore di Helmut Kohl. EPA/MATHIEU CUGNOT

 

Silvio Berlusconi alla cerimonia in onore di Helmut Kohl. EPA/MATHIEU CUGNOT

 


ROMA. – La convinzione è che la corte di Strasburgo non possa che accettare il suo ricorso. Ma Silvio Berlusconi, ancora a Merano per proseguire la “remise in forme” (ma per tutto il giorno in contatto con i suoi avvocati), non si sbilancia e preferisce quasi affidarsi al fato: comunque dovesse andare io non ho intenzione di farmi da parte né in campagna elettorale e nemmeno dopo le elezioni.

Già perchè il pensiero del leader di Fi e dei suoi dirigenti va sì a Strasburgo ma non avendo certezza sui tempi del verdetto (anzi gli stessi avvocati del Cavaliere si dicono convinti che non saranno brevissimi) la strategia da mettere in campo è quella di depotenziare l’attesa ed evitare che la ‘scure’ della sentenza possa condizionare una campagna elettorale che Berlusconi ha deciso di iniziare in anticipo rispetto al solito e cioè quando concentrava nell’ultimo mese la presenza sulla scena mediatica.

Domenica infatti l’ex premier sarà da Fazio in tv e chiuderà la kermesse organizzata da Maria Stella Gelmini. Una sorta di sfida a distanza con Renzi impegnato nell’ultima giornata della Leopolda. E un ruolo da protagonista il capo di Forza Italia ha intenzione di giocarlo anche dopo le elezioni sia nel caso di vittoria ma soprattutto, se si dovesse paventare il rischio di un “non vincitore” e quindi si aprisse la strada a nuovi scenari: Candidabile o meno – osservano diversi azzurri – è sempre Berlusconi a dare le carte. Certo una sentenza favorevole gli consentirebbe di poter giocare la partita a tutti gli effetti anche rispetto agli alleati della coalizione, Lega in primis.

E’ l’auspicio d’altronde di tutta Forza Italia che all’unisono ha invocato “giustizia” per il Cavaliere e la possibilità che torni candidabile. Una speranza ma anche “un bene per la democrazia”, come dice il presidente dei senatori azzurri che invita “il governo, il Paese, le Istituzioni, a tener conto di quello che puo’ accadere in una partita molto difficile, che forse per la prima volta potrebbe generare un non vincitore”.

Per Fi sarebbe ottimale che lo scioglimento delle Camere avvenisse il più tardi possibile non solo per sperare che da Strasburgo possano arrivare della buone notizie ma anche perchè l’obiettivo resta sempre quello dell’election day. Un modo – viene spiegato – per evitare che a distanza di poco tempo si debba andare troppe volte alle urne e che questo favorisca l’astensione.

(Di Yasmin Inangiray/ANSA)

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