Lavoro: calano i contratti stabili, volano i rapporti a termine

 

 


ROMA. – Dopo la crescita sostenuta avuta grazie agli incentivi contributivi degli anni scorsi nel 2017 i contratti a tempo indeterminato hanno subito una battuta d’arresto: nei primi nove mesi dell’anno – secondo l’Osservatorio sui precariato pubblicato oggi dall’Inps – sono stati, comprese le trasformazioni, 1.180.953 con un calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. Il saldo rimane sostanzialmente stabile (-9.955 contratti fissi) dato che le cessazioni di rapporti stabili sono state nel periodo 1.190.908.

L’andamento cambia completamente se si guarda all’insieme dei contratti di lavoro e soprattutto a quelli a termine. I nuovi contratti sono stati 5,27 milioni a fronte di 4,52 milioni di cessazioni complessivo con un saldo positivo di 740.000 unità. Un saldo così alto a fronte di un calo delle assunzioni a tempo indeterminato del 3,5% è dovuto al fatto che i contratti a termine sono cresciuti del 27,3% come sono cresciute anche le assunzioni stabili e quelle in apprendistato. Nel complesso le assunzioni sono cresciute del 20,1% mentre le cessazioni totali sono salite solo del 16,9%.

In pratica i contratti a tempo indeterminato sono tornati ad essere appena il 24% del totale dei contratti dopo che avevano raggiunto una quota, nel momento della massima decontribuzione nel 2015, del 38,3%. Né bastano a rimpinguare i contratti fissi gli incentivi per Garanzia giovani e Sud che nel complesso, per nuovi rapporti fissi e a termine sfiorano nei primi nove mesi dell’anno quota 130.000 unità.

L’Inps segnala anche la crescita sostenuta dei contratti a chiamata (319.000 tra gennaio e settembre con un +133%) trainati dalla cancellazione dei voucher decisa dal Governo a marzo di quest’anno. L’inversione di rotta sul lavoro è comunque segnata dall’andamento delle richieste di cassa integrazione che nei primi 10 mesi del 2017 sono state pari a poco più di 300 milioni di ore con un calo del 39,8% sullo stesso periodo del 2016.

Il dato è il migliore dopo il 2008, dall’inizio della crisi economica. Continuano ad essere sostenute invece le richieste di disoccupazione con 218.000 domande a settembre (in linea con il 2016). Nei primi nove mesi dell’anno si è invece registrata una lieve crescita della richiesta dei sussidi con 1,29 milioni di domande e un +3,3% sullo stesso periodo del 2016.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)

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