Germania: a Berlino le Regioni raccontano l’Italia 4.0

Valerio de Molli di Ambrosetti
Valerio De Molli di Ambrosetti.

 

BERLINO. – Il vero limite – secondo Valerio De Molli di Ambrosetti – è la “percezione ipercritica” che gli italiani hanno del Belpaese, e che si ripercuote negativamente su tanti ranking internazionali, falsandone i dati, basati proprio sull’immagine che una nazione ha di sé. Ma c’è un’Italia dinamica, che sta affrontando la sfida della digitalizzazione, e che è stata raccontata a Berlino dagli assessori di Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Toscana, Campania e Puglia.

Al primo forum italo-tedesco sull’innovazione e gli investimenti, organizzato all’Ambasciata d’Italia, guidata da Pietro Benassi, in collaborazione con l’Ice e la Camera di commercio italiana per la Germania, è emersa una forte consapevolezza delle amministrazioni regionali sulle frontiere dell’innovazione.

“Ci riteniamo un territorio 4.0”, ha affermato Palma Costi, assessore regionale dello Sviluppo economico in Emilia Romagna. Con 867 startups, 116 spin-off, 56 miliardi di export e un rapporto forte e reciproco con la Germania, “l’Emilia Romagna ha una piena consapevolezza digitale” e nessuna paura del futuro. “Siamo partiti 15 anni fa. E l’obiettivo è creare lavoro nei nuovi lavori”.

“La Lombardia è in piena trasformazione digitale”, ha fatto eco la collega Valentina Aprea, sottolineando l’impulso dato alla formazione. “La rivoluzione 4.0 ha bisogno di persone competenti. A che punto stiamo in Europa? Noi abbiamo iniziato”. La Regione ha stanziato 231 milioni per la formazione professionale: sbagliato aspettare l’università, “bisogna andare a scuola di mestieri 4.0”, è il messaggio.

Uno sforzo importante in una regione che attira “la metà degli investitori stranieri presenti in Italia” e che ha un interscambio con la Germania da 40 miliardi. Con 150 milioni per l’industria 4.0, e 9 incubatori “aperti a imprese, cittadini e startups in modo gratuito”, il Lazio è “all’ultimo miglio” del processo di innovazione, secondo l’assessore Guido Fabiani.

Mentre la Toscana, con le sue 400 startups, ha spiegato l’assessora comunale di Firenze, Paola Concia, ha investito 50 milioni su innovazione e ricerca per le imprese nel 2017: “Non facciamo differenza fra investitori domestici e stranieri, e li dotiamo degli stessi strumenti”.

Più dinamico delle attese anche il Sud, consapevole di essere “un’opportunità di crescita del paese”: con un incubatore certificato per il meridione, la Campania è la prima regione italiana per le imprese under 35, ha affermato Valeria Fascione. Mentre la Puglia ha l’87% degli immobili dotati di copertura di banda larga, ha concluso Michele Mazzarano, dato che supera la media italiana ed europea.

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