Ministro Minniti: “Rischio foreign fighters tra i migranti”

Minniti, rischio foreign fighters tra migranti
Minniti, rischio foreign fighters tra migranti

 

 

BRUXELLES. – Sicurezza e gestione dei flussi migratori sono due grosse partite che l’Europa gioca nel suo rapporto con l’Africa, dove i destini dei due continenti saranno sempre più legati negli anni a venire. Per questo, secondo il ministro dell’Interno Marco Minniti, occorre sostenere il cambio di passo nelle relazioni che si è registrato negli ultimi mesi, e che ha avuto nuovo impulso col vertice di Abidjan.

“L’Isis non è finito”, avverte. C’è una “nuova fase della minaccia” dello Stato islamico, che dopo lo scacco militare a Mosul e Raqqa è possibile rialzi la testa attaccando nel vecchio continente, con i foreign fighters in fuga, che potrebbero infiltrare i flussi dei migranti, avverte il ministro.

Per questo, un pezzo importante delle politiche di sicurezza sta nel controllo delle frontiere meridionali della Libia e di quelle marittime del Nord Africa. Ma la sicurezza, mette in guardia il capo del Viminale, sta anche nella capacità dei Paesi di integrare i migranti, ed è per questo che il governo italiano ha varato un piano importante.

L’accoglienza, spiega Minniti, “trova il suo limite oggettivo nella capacità di integrazione” dei Paesi. Perché se non ci sono evidenze di un rapporto diretto tra migrazione e terrorismo, sottolinea, c’è un’equazione “tra mancata integrazione e terrorismo”. Quel governo che non tiene conto di questo aspetto, “sarebbe poco attento al proprio presente e al proprio futuro”.

Parlando dell’Isis il ministro evidenzia: “è ragionevole pensare che ci possa essere un elemento di accentuazione della sfida terroristica” per dimostrare forza, capacità di attrazione e reclutamento. E la vicenda dei foreign fighters è destinata a segnare i prossimi anni: sarà cruciale per l’Europa”.

Molti dei combattenti stranieri, che hanno reso forte Daesh, arrivando da cento Paesi diversi, stanno cercando di rientrare e potrebbero farlo infiltrandosi tra i migranti. “Se qualcuno mi avesse chiesto dieci mesi fa, se pensavo fosse realistico avrei risposto decisamente di no”, ammette Minniti.

Ma “siamo di fronte ad uno scacco militare, che presuppone la fuga, la ritirata confusa, una diaspora di ritorno. In questo, la possibilità” che i foreign fighters “incrocino a livello individuale i flussi migratori, non la possiamo scartare”.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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