Via alla campagna elettorale: nodo alleanze Pd, M5S stringe sulle regole

Pochi i 'paracadutati'. Renzi vince sui giornali, Cav sul web
M5S stringe sulle regole della campagna elettorale

 

 

ROMA. – Le alleanze per il Pd, le regole per il M5S, la solidità della coalizione per il centrodestra: con il via alla campagna per le politiche i tre principali competitor delle elezioni del 4 marzo stringono sui nodi rimasti prima del rush elettorale. Sarà una campagna dura, in cui i leader avversari non si risparmieranno colpi e, in queste ore, lo dimostra lo scontro incrociato tra Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sul reddito di cittadinanza (o di dignità, o di inclusione, a seconda del colore politico).

“E’ tempo di solidità e di una forza tranquilla”, è il messaggio lanciato da Matteo Renzi, “pronto a scommettere” che il Pd sarà il primo partito. Per ora il segretario Pd deve mettere a punto il puzzle di una coalizione dove continua a latitare l’intesa con “+Europa con Emma Bonino” mentre dalla lista Insieme (Verdi, Psi e prodiani) arrivano i primi malumori:  in una lettera, i promotori chiedono a Renzi “un confronto urgente” sul programma.

Latita anche la formazione della gamba centrista della coalizione: le sigle da mettere insieme sono diverse, con Beatrice Lorenzin che punta a un ruolo di leadership, ma gli ostacoli non mancano. “O risolviamo domani o mai più”, spiega una fonte centrista.

Sul fronte opposto Berlusconi lancia il reddito di dignità e punta su un argomento piuttosto inedito nel linguaggio azzurro: la lotta alla povertà. A gennaio, annuncia, ci sarà l’incontro con Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la definizione del programma. “Basta una stretta di mano, siamo alleati, non concorrenti”, sono le parole al miele del leader FI.

Per il MS5 è invece il momento delle regole. Saranno diffuse nei prossimi giorni, prevedono diverse modifiche rispetto al 2013, tra cui la deroga sul tetto massimo di 40 anni per presentarsi alla Camera e un filtro di qualità che eviti di “imbarcare” candidati poco affidabili. Candidati sui quali, comunque, ci sarà lo screening finale non solo del garante Beppe Grillo ma anche dei vertici del Movimento, a partire da un Di Maio sempre più detentore del potere decisionale.

Da valutare anche il nuovo codice di comportamento degli eletti, in particolare su punti molto delicati come quello della fedeltà al Movimento e quello del “no” alle alleanze. e parlamentarie, assicura Di Maio, “le faranno tutti, pure io” ma una nuova deroga all’orizzonte potrebbe essere quella di permettere a chi si candida al collegio uninominale di scendere in campo anche nel listino collegato.

Di Maio – che guarda con fiducia ai sondaggi che in questi giorni danno il M5S con quasi 7 punti di vantaggio al Pd – nel frattempo porta avanti da solo la campagna. Il 30 dicembre tornerà sulla scena (a Trento) Alessandro Di Battista. A fine gennaio, il M5S dovrebbe presentare i suoi candidati a Pescara, in un “OpenDay Rousseau” che sarà un mega-training per i neofiti a 5 Stelle.

(di Michele Esposito/ANSA)

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