Unione Europea verso stop a carbone. Cina punta sulle rinnovabili

Per intesa Parigi in Ue serve stop carbone entro 2030 Foto di Axel Hochkirch © ANSA
Per intesa Parigi in Ue serve stop carbone entro 2030 Foto di Axel Hochkirch © ANSA

 

 

ROMA. – Donald Trump è isolato nel suo proposito di far ripartire la produzione e il consumo di carbone negli Stati Uniti per dare al suo paese l’autosufficienza energetica e garantire lavoro e profitti negli stati “carboniferi”, che lo hanno votato in massa. Molti paesi europei hanno già fissato una data per la chiusura delle loro centrali a carbone. La Cina ha bloccato la costruzione di nuove centrali e sta puntando decisamente sulle rinnovabili.

GAS SERRA

Il carbone è estremamente inquinante: per le polveri sottili (ne sanno qualcosa le metropoli cinesi), ma soprattutto per l’anidride carbonica, principale gas serra. A parità di elettricità prodotta, questo combustibile emette il 40% in più di CO2 rispetto al gas naturale e il 20% in più rispetto al petrolio. I principali esperti mondiali sono concordi nel sostenere che la chiusura delle centrali a carbone è una condizione necessaria per il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.

EUROPA

Il Belgio ha già fermato le centrali a carbone nel 2016. Italia, Francia, Finlandia, Portogallo, Irlanda, Austria, Svezia e Danimarca le chiuderanno entro il 2025, l’Olanda nel 2030. La Gran Bretagna, prima e dopo la Brexit, ha confermato la volontà di rinunciare al carbone entro il 2025. La Germania, che ricava dal carbone il 40% della sua elettricità, non ha ancora fissato una data per l’abbandono di questo combustibile fossile. Berlino tuttavia è leader nelle rinnovabili, col 33% dell’elettricità da fonti pulite.

Lo stesso non si può dire per altri paesi dell’est: la Polonia ricava dal carbone l’80% della sua elettricità, Repubblica Ceca, Bulgaria e Grecia il 50%. Nel dicembre del 2017 l’Unione europea ha deciso la riduzione progressiva dei sussidi alle centrali a carbone a partire dal 2025 e l’abolizione di questi dal 2030.

CINA

Il Dragone è il principale produttore di gas serra al mondo (28% delle emissioni) e conta soprattutto sul carbone per la produzione di energia, con risultati disastrosi per l’inquinamento atmosferico. Per questo, a gennaio 2017 ha annunciato che fermerà la costruzione di 104 nuove centrali a carbone e che investirà 361 miliardi di dollari fino al 2020 in fonti di energia rinnovabili, per arrivare a quella data al 15% del mix energetico. Un investimento che creerà 13 milioni di posti di lavoro nel settore. Nel 2016 la Cina è diventata il primo produttore di energia solare al mondo, mentre il costo delle sue centrali fotovoltaiche è crollato del 40%.

(di Stefano Secondino/ANSA)

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