Giochi: tanti sogni zero podi, Italjet Olimpiade amara

PYEONGCHANG (COREA DEL SUD). – Un quarto posto nella discesa libera e tanti piazzamenti fuori dai primi dieci. E’ magro il bottino della spedizione olimpica della squadra azzurra di sci di velocità, partita per la Corea con un carico di ambizioni e speranze. L’ultima delusione è arrivata dal supergigante al Jeongseon alpine centre di Pyeongchang: Paris settimo, Innerhofer sedicesimo e Fill fuori a metà gara per aver saltato una porta. Sommandola al disastro nella combinata e al flop nella discesa libera, siamo alla Caporetto dell’Italjet. Tre gare e zero medaglie, nemmeno nelle peggiori previsioni della vigilia.

“Mi aspettavo meglio da questi Giochi Olimpici” sibila al parterre un infuriato Dominik Paris, attualmente terzo nella classifica della discesa libera di Coppa del Mondo. “Non sono venuto qui per fare esperienza – aggiunge – ma per ottenere risultati. Non so dove ho mancato, devo vedere la mia discesa in video. I materiali erano posto, la schiena era posto, la testa era posto”.

Alla fine l’atleta di punta dell’Italjet torna a casa con un quarto posto in libera (a mezzo secondo dal primo e a 36 centesimi dal bronzo) e un settimo in superg. Un po’ pochino. “Abbiamo lavorato al 100% per preparare la discesa – sottolinea Massimo Carca, capo allenatore della squadra maschile di sci – che nelle ultime tre stagioni ci ha dato grandi soddisfazioni. Abbiamo conquistato un quarto posto. Non abbiamo rimorsi. Non c’è stata medaglia, accetto le critiche, siamo in Italia”.

Le altre prove? “In superg – aggiunge – facciamo più fatica e si è visto. La combinata non la giudico neanche, sono state create delle aspettative senza valutare bene la gara che era nettamente favorevole agli slalomisti”. “Il bilancio dei Giochi è negativo – rincara la dose Christof Innerhofer – soprattutto perchè speravo di tornare a essere competitivo ma non è stato così. Sono un po’ triste, demoralizzato e dispiaciuto”.

Amaro Peter Fill: “Pensavo di avere l’esperienza per gestire il numero 1 di pettorale nel superg olimpico e invece è andata male”.

Adesso l’Italjet guarda al futuro tra luci (poche) e ombre (tante), soprattutto buttando un occhio all’anagrafe. “Ripartiamo da Paris – spiega Carca – che come discesista top è mediamente giovane. Occorre creare il vivaio, per questo sono stati potenziati i tecnici in Coppa Europa e si vedono i primi risultati”.

Quello dell’età è un problema anche nello slalom femminile. “Se io sono ancora la migliore italiana – osserva Chiara Costazza, nona al traguardo – forse c’è da preoccuparsi. Manca un ricambio generazionale e siamo sempre noi tre, arrancando, a dover tirare avanti. Le giovani faticano ad emergere”.

(dell’inviato Enrico Marcoz/ANSA)

Lascia un commento