Stretta Erdogan, rivuole anche il reato di adulterio

Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan.
Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan.

ISTANBUL. – Reintroduzione del reato di adulterio e castrazione chimica per i pedofili. In Turchia, Recep Tayyip Erdogan si prepara a una nuova stretta. Mentre esalta i nazionalisti con l’offensiva militare contro i curdi in Siria, il ‘Sultano’ non dimentica la sua base islamica più conservatrice. Le parole destinate a suscitare polemiche arrivano durante un discorso ad Ankara.

La Turchia, dice il suo presidente, ha “fatto un errore” ad accantonare nel 2004 un progetto di legge di reintroduzione del reato di adulterio per ottenere il via libera alle trattative di adesione all’Unione europea. “Questa è un’autocritica”, chiarisce Erdogan. Le concessioni a Bruxelles, è il messaggio, non hanno portato agli esiti sperati, con un negoziato che dura da 12 anni ed è oggi virtualmente sospeso. Meglio allora tornare a pensare prima all’elettorato in patria.

“Adesso dovremmo valutare di introdurre alcune norme sull’adulterio e magari considerarlo insieme al tema delle molestie e ad altri temi”, perché si tratta di “una questione su cui la Turchia è diversa dalla maggior parte dei Paesi occidentali”, sostiene Erdogan.

La proposta di legge sull’adulterio, dopo l’abolizione del reato nel 1996 a seguito di una sentenza della Corte costituzionale, era stata inserita in un pacchetto di riforme del governo dell’Akp da lui guidato, ma nel settembre 2004 venne messa da parte tra forti polemiche e sotto le pressioni dell’Ue. Un’armonizzazione con il suo diritto penale giudicata necessaria da Bruxelles, come del resto l’abolizione della pena di morte, che sempre oggi il leader turco è tornato a evocare, come nel periodo più caldo dopo il fallito golpe: “La questione è particolarmente importante per noi per i suoi legami con il terrorismo. Su questo potrebbero arrivare modifiche alla Costituzione”.

L’altra normativa allo studio di Ankara riguarda la pedofilia, dopo che una serie di episodi di cronaca hanno scosso il Paese. Una “dinamite che farà crollare la nostra società” se non si interviene, l’ha definita Erdogan, promettendo una nuova legge “al più presto”. Secondo un’indagine dell’opposizione, i casi di abusi su minori in Turchia sarebbero più di 300 mila all’anno, e solo il 5% verrebbe poi denunciato.

Per i pedofili, l’esecutivo pensa ora alla castrazione chimica e ha già creato una commissione ad hoc per occuparsene, coinvolgendo 6 ministeri. Le sanzioni saranno inasprite in particolare per gli abusi commessi su minori di 12 anni, con un obiettivo di “deterrenza”. Perché, ha detto Erdogan, “le ferite inflitte alla società sono come quelle di un omicidio”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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