L’architetto Mario Cucinella: “Alla Biennale racconto l’Arcipelago Italia”

Voce ad anti archistar, "Paese ha bisogno di buona architettura"

ROMA. – Borghi d’arte e foreste millenarie, piccoli centri manifatturieri e grandi zone agricole. Non solo Roma, Milano, Torino e Napoli, non solo aree metropolitane e periferie. L’Italia è un “Arcipelago” di piccole realtà che insieme hanno fatto la storia. E in quanto tale anche “un modello da promuovere”, un sistema di gestione del territorio che merita di essere rivalutato e rilanciato, proposto come alternativa per un futuro più vivibile.

Da sempre impegnato nei temi della sostenibilità, coinvolto nella ricostruzione di Camerino ma anche dell’Emilia, al lavoro con Renzo Piano sul rammendo delle periferie, Mario Cucinella porta alla Biennale 2018 la sua idea di architettura. E a qualche mese dall’apertura (26 maggio-25 novembre) racconta come sarà il suo Padiglione Italia, che alle grandi opere delle archistar antepone il lavoro modesto e fondamentale di tanti professionisti lontani dal glamour, architetti “che lavorano nell’Italia della crisi, dove per l’architettura si investe poco, riqualificando una piazza o un edificio storico, sempre cercando una relazione tra la storia e la contemporaneità”.

Un progetto espositivo e insieme una proposta culturale e programmatica, insomma, che mette al centro la pratica della buona architettura, “quella che nasce dalle domande dell’abitare e che ascolta le esigenze delle persone”. Un’architettura non calata dall’alto, ma “partecipata”, si appassiona Cucinella, e che così “può veramente fare la differenza”, “dando voce ad una quota di mestiere che è meno visibile” e insieme rilanciando l’Italia delle aree interne, quella delle campagne e delle montagne, dei paesetti e delle cittadine, tante isole di storia, dove vive il 25% della popolazione e che tutte insieme rappresentano il “60% del territorio, quello dove tra l’altro si vive meglio – dice- dove si mangia bene e si respira aria buona”.

Una fetta del Padiglione Italia 2018, dunque, sarà dedicata a questo racconto, con grandi espositori a libro che illustreranno in tutto 65 progetti che il team dell’architetto siciliano con studi a Bologna, Parigi e New York ha selezionato (“senza inizialmente guardare ai nomi dei professionisti”) tra i circa 500 che hanno risposto alla sua call.

L’altra metà dell’Arsenale proporrà, invece, un’idea di futuro con cinque progetti sperimentali offerti al Paese insieme con altri studi di architettura, da una segheria modello per le foreste casentinesi al completamento del teatro di Consagra a Gibellina. Tant’è, 57 anni e un curriculum zeppo di progetti premiati in Italia e all’estero – l’ultimo l’Honorary Fellowship Award dell’Aia, super prestigioso premio dell’associazione degli architetti americani – appassionato di natura e tecnologia, ma anche educatore (nel 2015 ha fondato a Bologna la Sos School of Sustainability), Cucinella, barba curata e giacca di maglia, usa toni tranquilli e parole semplici che dimostrano una passione tenace.

L’idea, ripete, è quella di raccontare il modello italiano, “che è interessante e anche una grande economia di paese”, una cultura diffusa, come quella che a Maranello vanta la Ferrari e nelle Marche l’industria delle calzature. Arte, cultura, economia, paesaggio, infrastrutture: “le cose belle non nascono a caso”, si accalora. Accanto a lui il presidente della Biennale Baratta e il ministro Franceschini sorridono compiaciuti.

“In questo progetto ritrovo tanto del lavoro che anche noi abbiamo fatto in questi anni”, applaude il ministro. Pacato, Cucinella risponde alle domande dei cronisti, respinge intenti polemici nei confronti della cultura delle archistar (“E’ un modello che credo sia tramontato”), ricorda che l’architettura è anche economia, con un totale 15 milioni di edifici costruiti in Italia, in gran parte per residenze, il 70% delle quali mono o bifamiliari. Una montagna di progetti, solo in parte affidati ad architetti (1,2 milioni).

E questo basta per un appello: “L’Italia ha bisogno di architettura e di architettura di qualità, la legge che si aspetta da tempo è necessaria”.

(di Silvia Lambertucci/ANSA)

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