Pressing Fi-Lega su Berlusconi, serve manifestazione del centrodestra

Nella foto Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Quando il Centrodestra si presentava unito: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini

ROMA. – Una manifestazione unitaria del centrodestra. A proporla era stata la leader di Fdi Giorgia Meloni che dopo il forfait degli alleati alla sua kermesse ‘anti inciucio’ è tornata alla carica rilanciando sulla “necessità di essere insieme sul palco come segnale di chiarezza”. La proposta della presidente di Fratelli d’Italia piace al leader della Lega che fa un passo in avanti promuovendo la manifestazione in programma al teatro Brancaccio per giovedì primo marzo come “momento di unità della coalizione”.

Ma se Meloni plaude, Silvio Berlusconi preferisce al momento non dire nulla. L’ex premier infatti non ha sciolto la riserva anzi, il messaggio che lancia è opposto: “E’ meglio stare in tv due volte al giorno per convincere gli indecisi invece che andare in un teatro dove viene già chi vota per noi”.

Certo, la motivazione era per spiegare l’assenza alla manifestazione in programma venerdì a Napoli (confermata invece la presenza domenica a Milano al teatro Manzoni) anche perchè disertare l’unico appuntamento in cui i leader della coalizione si troverebbero tutti insieme rischia di essere un boomerang per il Cavaliere ed alimenterebbe quelle voci che lo vedono già al lavoro su un piano B nel caso in cui il centrodestra non dovesse arrivare alla maggioranza per avere l’autonomia di governo.

Il leader di Forza Italia non fa che allontanare da sè lo spettro di essere il regista delle prossime larghe intese: “Se no c’è una maggioranza il capo dello Stato dovrà forzatamente sciogliere le Camere per tornare al voto”, è il leit motiv del capo di Fi ripetuto anche questa sera ospite della trasmissione Otto e Mezzo. Nessun piano alternativo dunque anche perchè, a detta dell’ex capo del governo: “E’ impossibile fare le larghe intese con una sinistra che ha ridotto l’Italia in questa situazione”.

Per Berlusconi poi nemmeno il Pd può avere l’ambizione di restare a palazzo Chigi: “Se non vince le elezioni e pretende di andare al governo sarebbe un ennesimo colpo di stato”, è l’avvertimento. Insomma i messaggi per rassicurare gli alleati, i leader azzurro non fa che mandarli ogni giorno così come è ormai quotidiano il ripetere che non ci sarà bisogno di fare altri accordi perchè il centrodestra vincerà le elezioni e Forza Italia indicherà il premier: “La Meloni è al 5%, la Lega al 15; noi al 18%, il presidente del Consiglio lo deciderà Forza Italia”.

E se il nome continua ad essere un mistero, Berlusconi continua ad elencare invece nomi di persone per la prossima squadra di governo. Oggi è stato il turno di Renato Brunetta che l’ex premier ha voluto presentare a Manfred Weber capogruppo del Ppe come il futuro ministro dell’Economia. “Un investimento” avvenuto sotto gli occhi di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo.

Ed è proprio Tajani, l’uomo che continua ad essere in cima alla lista dei possibili premier a cui pensa il Cavaliere, che non ha alcun rammarico nel non ricoprire quel ruolo: “Farò l’allenatore da fuori, penso di essere anche più efficace”. Nessuna sorpresa nemmeno sul nome di un suo possibile erede: “Di geni in giro non ne vedo ma siccome vivrò fino a 120 anni avrò tempo di trovarlo”.

(di Jasmin Inangiray/ANSA)

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